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Economia

Accesso al credito: Arezzo sopra la media regionale. Discesa inesorabile per le costruzioni con -3,5%

I dati specifici che escono dal rapporto sull'economia 2019 presentato dalla Camera di Commercio di Arezzo Siena

Sono tanti e sfaccettati i risvolti economici che presenta il rapporto sull'economia del territorio in provincia di Arezzo, elaborato e presentato dalla Camera di Commercio. Dati significativi arrivano dallo spaccato dell'accesso al credito, della facilità o meno di imprese e famiglie di ottenere finanziamenti dal sistema creditizio. In sintesi appare un segno positivo sia per le aziende aretine che per i nuclei familiari, anche se c'è poi da approfondire le sotto categorie: meglio le grandi imprese delle piccole, segno più nel manufatturiero e nei servizi, ma continua il calo inesorabile del settore delle costruzione che in sostanza ha sempre maggiori difficoltà ad accedere a forme di finanziamento a causa delle profonde crisi aziendali.

Rapporto economia 2019: il valore produttivo di Arezzo, il balzo anomalo delle esportazioni 

La raccolta

Il totale dei depositi a fine 2018 si attesta a 7,348 miliardi di euro, di cui oltre 2,1 miliardi sono costituiti da depositi a risparmio. Continua ad aumentare la propensione al risparmio: dopo l’aumento del 2,5% fatto registrare alla fine del 2017, quest’anno si aggiunge una ulteriore crescita del 3%, confermando così una tendenza che dura ormai da vari anni.
Aumentano anche i depositi delle famiglie consumatrici ma con un passo molto più lento (+1%).
Riguardo l'allocazione dei risparmi, perde terreno il deposito a risparmio in favore in particolare di strumenti più liquidi (quali i conti correnti), come reazione dei risparmiatori al prolungato clima di incertezza che non contribuisce a mettere in conto programmi di investimento a medio-lungo periodo. Sono le famiglie consumatrici le titolari della maggior parte dei depositi: ad esse si può ricondurre infatti circa il 77% del totale depositi (oltre 5,6 dei 7,3 miliardi complessivi): anche in questo caso alla crescita dei depositi complessivi corrisponde una contrazione dei depositi a risparmio (-6,1%).

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Diminuiscono complessivamente del 5,5% i titoli di terzi depositati a custodia semplice o amministrata quale risultante della sempre più conclamata crisi dei titoli obbligazionari di banche (-31% a fine 2018 e -37% a fine 2017) e della ripresa dei titoli di stato (+12,7%) proprio nell’ultimo trimestre, dopo una prolungata serie di segni negativi.

Similare è l’andamento per le famiglie, che poi detengono la gran parte dei titoli a custodia (92% del totale): diminuzione complessiva del 7,3%, con le obbligazioni che cedono del 31,5% e i titoli di stato che aumentano dell’11,4%.

I finanziamenti

I prestiti bancari alla clientela residente in provincia di Arezzo si attestano a fine 2018 a poco meno di 7,7 miliardi di euro, il 7,8% del totale dei prestiti in regione. La variazione a 12 mesi, dopo la flessione registrata nel 2017 (-1%), torna al segno positivo, facendo registrare una crescita dell’1,9%.
La crescita complessiva si ripercuote sia nella componente dei prestiti alle famiglie (+2,4%) che in quella dei finanziamenti al sistema delle imprese (+2,1%).
Non tutte le imprese, però, beneficiano di questa fase espansiva del credito: se infatti le medio-grandi vedono crescere del 3,1% il valore complessivo dei finanziamenti, al contrario le piccole imprese subiscono una stretta creditizia dell’1,6%.

L'espansione del credito osservata in provincia di Arezzo è uno delle più consistenti fra quelle riscontrate in regione: la crescita osservata per il totale della clientela residente nel territorio aretino è seconda, infatti, solo a quelle delle province di Massa Carrara (+2,6%) e Lucca (+2,5%) e ben al di sopra del dato medio regionale (+1%).

Se si restringe l’esame al solo credito erogato alle imprese, la situazione per le prime posizioni non cambia, mentre passa al segno negativo per le province che si trovano nella seconda metà della graduatoria. La stessa variazione media regionale assume il segno meno (-0,2%).
Il credito al consumo (concesso alle famiglie consumatrici sotto forma di dilazione di pagamento, di finanziamento o di altra analoga facilitazione finanziaria per l’acquisto di beni e/o servizi non durevoli e non strumentali allo svolgimento di un’attività produttiva), dopo l’incremento del 9,7% fatto registrare alla fine del 2017, quest’anno presenta una ulteriore crescita del 9,1%.

Rallenta la crescita dei prestiti oltre 1 anno erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni: dopo l’incremento del 6,9% rilevato a fine 2017, quest’anno la variazione si attesta infatti a +1,7%, quale risultante del +1,4% dei prestiti non rinegoziati e del +3,2% di quelli rinegoziati (lo scorso anno +5,6% e +13,9% rispettivamente).

I tassi di variazione a dodici mesi dei prestiti alle imprese per branca di attività economica mostrano che il credito al settore manifatturiero, dopo essere cresciuto sensibilmente fra la fine del 2017 e la prima parte del 2018, nella seconda metà dell’anno ha rallentato decisamente chiudendo l’anno con un aumento dell’1,7% dei prestiti erogati. I finanziamenti al comparto dei servizi, dopo essere calati per tutto il 2017 e l’inizi del 2018, dalla metà dell’anno è tornato a crescere attestandosi a fine anno all’incirca sui valori del manifatturiero (+1,5%).

Infine continua la discesa delle costruzioni: non emergono infatti segnali di una possibile inversione di una tendenza ormai pluriennale che può trovare spiegazione nel duplice contributo di una maggior selezione all'erogazione da parte delle banche e da una contemporanea domanda debole.

La qualità del credito

Buone notizia sul fronte della qualità del credito: l'incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei crediti continua a diminuire in provincia di Arezzo. Negli ultimi due anni c'è stata una diminuzione di più di dieci punti percentuali dal 25% del marzo 2017 al 14% del dicembre 2018. Il livello della provincia di Arezzo si è così riallineato a quello medio regionale (14,3%).

Analizzando il dettaglio dell'analisi emerge che, come prevedibile, il livello dei deteriorati è sensibilmente più alto fra le imprese (19,7%), ed in particolare quelle più piccole (21,4%), rispetto alle famiglie (6,2%).

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l miglioramento della esposizione complessiva dei deteriorati contribuisce in maniera decisiva la diminuzione dei flussi di nuovi prestiti deteriorati: il tasso di deterioramento negli ultimi anni si è ridotto in maniera considerevole, passando dal 7,4% del 2014 all’1,6% di fine 2018. Il miglioramento più evidente si è avuto fra le imprese, scese dal 10% al 2%: particolarmente rapida la diminuzione nei servizi (da 11,7% a 1,4%), ma anche nel manifatturiero i progressi sono stati sensibili (dal 6,6% all’1,6%, dopo aver toccato un minimo all’1,1% a settembre). Un caso a parte è quello delle costruzioni: si intravedono, infatti alcuni segnali (peraltro incerti) di riduzione del tasso di deterioramento che dal 21,4% di inizio 2015 passa al 10,2% di fine 2018. In discesa più moderata ma costante il tasso delle famiglie.

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I deteriorati

Buone notizie anche dal sottoinsieme di crediti deteriorati derivanti da situazioni di maggiore gravità, le sofferenze, esposizioni verso soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili: in questo caso l'incidenza delle nuove sofferenze in rapporto ai prestiti non in sofferenza negli ultimi anni si è più che dimezzata (dal 4,9% di inizio 2015 al 2,1% di fine 2018). Tutte le componenti hanno contribuito al miglioramento generale ma sono le imprese, in particolare quelle dei servizi e del manifatturiero e dei servizi a dare la spinta più forte. Anche le costruzioni, pur restando su livello più elevati, hanno ridotto in modo deciso il livello dei nuovi ingressi in sofferenza, scendendo dal 12,6% all’8,1%.

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