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Conti correnti più cari per recuperare i fondi del salvataggio della vecchia Etruria e co. Incrementi da 2 a 25 euro annui

Oscillano tra i 25 e i due euro gli aumenti che verranno (o sono stati) applicati annualmente sui conti correnti dei clienti di alcune banche italiane. Secondo quanto appreso in queste ore, istituti bancari come Ubi, Unicredit, Banco Popolare...

Oscillano tra i 25 e i due euro gli aumenti che verranno (o sono stati) applicati annualmente sui conti correnti dei clienti di alcune banche italiane.

Secondo quanto appreso in queste ore, istituti bancari come Ubi, Unicredit, Banco Popolare hanno ritoccato proprio la voce riguardante i costi di gestione.

Le ragioni? Semplici, recuperare il contributo che ciascun istituto ha versato al Fondo nazionale di risoluzione delle crisi bancarie. Lo stesso che ha consentito il salvataggio delle quattro banche finite in risoluzione nel novembre dello scorso anno: Banca Marche, Etruria, CariFerrara e cariChieti.

Nel caso del Banco Popolare, come specificato dallo stesso istituto di credito attraverso una nota arrivata nelle filiali, la decisione di applicare gli aumenti fa riferimento ad una delibera del comitato esecutivo della banca stessa del sei settembre scorso dove viene precisato che riguarderà "tutti i rapporti di conto corrente e assimilati dei clienti privati e imprese". E' poi dall'istituto stesso che viene sottolineato come la maggiorazione riguarderà circa un milione e mezzo di clienti che attualmente hanno conti a canone zero.

Dal primo luglio scorso invece Unicredit ha ritoccato il canone mensile di alcune tipologie di conto corrente (MyGenius Silver, Gold e Platinum) di circa 2 euro al mese, portando il costo totale rispettivamente a 5, 7 e 12 euro al mese. Ai clienti le maggiorazioni sono state comunicate con l’estratto conto del primo trimestre di quest’anno. Sempre nella stessa documentazione fornita ai risparmi è stato chiaramente espresso che tali aumenti fanno riferimento ad una serie di eventi che hanno comportato maggiori costi per l’istituto.

Stesso scenario per Ubi Banca che ha aumentato di 12 euro annui il costo dei conti correnti giustificando la manovra con l'aumento dei "costi di produzione" cresciuti di circa 60 milioni all’anno e relativi all’applicazione di due direttive europee: il fondo di risoluzione e lo schema obbligatorio di tutela dei depositi.

Stando a quanto apparso nell'articolo pubblicato da La Stampa, questa operazione non sarebbe stata applicata da altri grandi istituti non hanno applicato simili ricarichi sui clienti. Non lo hanno fatto Intesa Sanpaolo, principale banca del paese per numero di clienti, né Montepaschi o Bpm.

Adusbef e Federconsumatori denunciano "l’ennesimo furto con destrezza ai danni dei correntisti costretti a pagare gli errori dei banchieri ed una gestione dissennata del credito e del risparmio".

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