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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

"Mungiamo le mucche, non gli allevatori". Coldiretti Arezzo in piazza contro il caro bollette

E a causa del caro tariffe quest’anno produrre cereali costa agli agricoltori italiani 400 euro ad ettaro in più

Una nutrita delegazione di allevatori e agricoltori aretini assieme a decine di migliaia di aziende da tutta la Toscana hanno manifestato a Firenze. “Mungiamo le mucche, non gli allevatori”, “il caro energia uccide l’agricoltura”, sono alcuni degli slogan della protesta organizzata da Coldiretti Toscana alla quale ha preso parte anche la Coldiretti aretina.

Il prefetto di Firenze ha annunciato la convocazione di un tavolo congiunto tra il Direttore dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti alimentari (ICQRF), l’assessore regionale all’agro-alimentare Stefania Saccardi e la Prefettura stessa dove sarà discusso l’applicazione del decreto contro le pratiche sleali.

A causa del caro bollette infatti quest’anno produrre cereali costa agli agricoltori italiani 400 euro ad ettaro in più, mentre per i produttori di olio extravergine d’oliva e di vino i costi medi di produzione sono aumentati del 12% ma il boom dei costi energetici riguarda anche il riscaldamento delle serre per piante e fiori con rincari del 30%; una situazione che costringe alla produzione in perdita i vivai. 

“Se i prezzi per le famiglie corrono – commenta il presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci - i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non riescono neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto – continua Castellucci – serve un deciso intervento per contenere la bolletta energetica nelle campagne e garantire continuità della produzione agricola ed alimentare. Occorre anche responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle”.

Una situazione insostenibile che mette a rischio le forniture alimentari del Paese garantite da 740mila imprese agricole che non hanno mai smesso di lavorare durante la pandemia ed ora si ritrovano strozzate dagli speculatori.

“Il tema del giusto prezzo è al centro della nostra mobilitazione – commenta Castellucci - l’Ismea conferma che il settore del bovino da latte è tra i più esposti all'incremento dei costi di produzione, innescati dalle tensioni dei prezzi delle materie prime, cresciuti solo a dicembre del 13% rispetto all’anno precedente. Facendo riferimento a una delle tipologie aziendali più rappresentative dell'allevamento italiano e considerando oltre all’alimentazione e alla bolletta energetica, anche l'incidenza delle componenti fisse (ammortamenti e interessi sul capitale impiegato), il costo medio di produzione del latte risulterebbe pari a 46 centesimi/litro. Un valore molto più alto di quello pagato agli allevatori, costretti a lavorare in perdita non potendo fermare la produzione di latte nelle stalle”.

Durante la mattinata è stato divulgato lo studio con gli effetti del caro bollette sulle imprese agricole ed allestito il “tavolo della verità” per far conoscere ai consumatori i prezzi riconosciuti ad agricoltori ed allevatori per i principali prodotti che mettono nel carrello. I giovani imprenditori hanno organizzato la distribuzione di latte ai cittadini per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.

Il commento di Marco Casucci

“Abbiamo voluto testimoniare la nostra vicinanza alla Coldiretti, con la presenza alla manifestazione di Firenze - afferma Marco Casucci, consigliere regionale della Lega. E’ fondamentale difendere il Made in Italy in tutte le sue espressioni. Da sempre anche tramite specifici atti consiliari, ho, quindi, cercato di dare il mio contributo, affinché i coltivatori siano supportati adeguatamente dalle istituzioni. Il loro lavoro, sicuramente faticoso, quanto rilevante per tutti noi deve, pertanto, avere un giusto riconoscimento, puntando, altresì, a risolvere le mille criticità che, ahimè, la pandemia ha inevitabilmente acuito.”

Il commento del M5S

La presidente del gruppo Movimento 5 Stelle in Regione Toscana Irene Galletti esprime la propria solidarietà agli iscritti di Coldiretti in manifestazione oggi a Firenze e conferma il suo impegno in favore del comparto agricolo toscano. “I rincari di energia e gas, oltre all’aumento significativo dei prezzi delle materie prime, stanno mettendo in ginocchio ogni settore produttivo della Toscana. Tra i comparti più colpiti - evidenzia Galletti - c’è quello agricolo, con i nostri imprenditori costretti a fare veri e propri miracoli per tenere in piedi le aziende. Se le bollette non possono essere fermate - spiega la presidente M5S - è altrettanto vero che le produzioni agricole e gli animali non possono essere abbandonati. Penso ai tanti produttori di latte in difficoltà a causa dell’aumento dei prezzi dei mangimi e dell’energia, che non possono certamente spegnere gli interruttori delle stalle o lasciare vuote le mangiatoie. Tutto questo contro la scarsa remunerazione riconosciuta per il loro lavoro. Ma penso anche a tutte le altre aziende agricole, che per esigenze di filiera successive, non possono adeguare i costi di trasformazione dei loro prodotti che richiedono molta energia. Tutte le istituzioni devono comprendere pienamente l’urgenza del momento e agire in tutela di un settore agroalimentare, che da solo vale diversi miliardi nel mondo e porta luce all’Italia e alla Toscana. A livello regionale stiamo già facendo la nostra parte per mettere un freno al “caro bollette” - chiarisce - e faremo sentire la nostra voce anche a Roma e a Bruxelles per tramite dei nostri parlamentari. Esprimo solidarietà agli agricoltori che oggi, sotto la bandiera di Coldiretti, si sono radunati a Firenze per manifestare pacificamente contro “il caro energia che uccide l’agricoltura” e per il diritto ad un “cibo sano al giusto prezzo”. Siamo al vostro fianco”.

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