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Economia

"Una crisi senza precedenti impone risorse a fondo perduto"

Binazzi (Cna): "No alla responsabilità degli imprenditori nel caso un dipendente contragga il virus"

“Riapertura prima possibile di tutte le attività nel rispetto dei protocolli per la sicurezza e risorse a fondo perduto per artigiani e piccole imprese e per i settori più colpiti dalla crisi” sono le priorità che sottolinea con forza Franca Binazzi, presidente Cna Arezzo insieme all’innalzamento a mille euro del bonus autonomi, alla totale deducibilità dell’Imu, alla cancellazione dell’Irap sugli autonomi e le imprese individuali, allo slittamento dell’acconto sulla tassazione senza sanzioni, alla conferma di risorse per gli ammortizzatori sociali”.

Da un’indagine fra le imprese associate emergono giudizi negativi sui provvedimenti finora adottati dal Governo per contrastare la crisi provocata dalla pandemia: “Siamo di fronte ad una crisi senza precedenti – precisa la presidente Binazzi – Benessere, oro e moda, costruzioni, turismo, prevedono per il 2020 un giro d’affari più che dimezzato con una flessione più contenuta solo per i servizi alle imprese. 7 imprese su 10 hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali e sul tema del credito oltre l’80% esprime un giudizio fortemente negativo, più contenuto soltanto per la moratoria sui finanziamenti e per gli ammortizzatori sociali. Forte l’impatto che registriamo sul mercato del lavoro. Le risorse destinate alla cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti non sono sufficienti a garantire i posti di lavoro. Si registra il crollo della domanda e la mancata sostituzione dei lavoratori andati in pensione o con contratto a tempo determinato scaduto. Una tendenza destinata a prolungarsi non si sa per quanto tempo, aggravata dalla scure dei licenziamenti che si abbatterà con ogni probabilità anche sulle posizioni a tempo determinato a partire dalla metà di maggio”. 

Per tutti i settori il peggioramento dei risultati economici è determinato dalla forte riduzione della domanda di beni e servizi e dall’aumento dei costi per assicurare le misure di sicurezza. Tra gli investimenti la sicurezza è indicata dal 75% delle imprese e supera l’80% tra i servizi alla persona, che spingono sulla riapertura anticipata per non rischiare la chiusura.

C’è poi un tema in primo piano che preoccupa non poco Cna: la responsabilità degli imprenditori nel caso un dipendente contragga il Coronavirus. 

“È indispensabile introdurre una misura legislativa che la escluda – sottolinea la Presidente Cna -. Le attività economiche non possono riaprire nello stato di incertezza giuridica creato dal riconoscimento del contagio come infortunio anche per ambienti di lavoro non sanitari in base all’articolo 42 del Dl 18/20 Cura Italia. Nessuno può essere chiamato a rispondere di un rischio di salute del quale non può controllare la fonte. Gli imprenditori già fanno tutto il possibile per limitare il contagio, ma il quadro giuridico è inadatto, purtroppo, alla pandemia. In questa fase stiamo sostenendo gli imprenditori nelle iniziative mirate a garantire la salute, con l’applicazione ed il rispetto dei protocolli condivisi di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento del virus Covid-19. Ma solo un intervento legislativo potrebbe consentire alle imprese di lavorare nel rispetto delle regole e senza temere un’attribuzione di responsabilità non dovuta”.

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