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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Cisl Arezzo: i dati dell'assemblea provinciale. Iscritti in crescita

In un'assemblea che ha superato i cento delegati e che ha visto la presenza di Gigi Petteni della segreteria nazionale oltre che di Riccardo Cerza, segretario regionale, di Marco Salvini, segretario provinciale e di tutti i quadri provinciali, la...

In un'assemblea che ha superato i cento delegati e che ha visto la presenza di Gigi Petteni della segreteria nazionale oltre che di Riccardo Cerza, segretario regionale, di Marco Salvini, segretario provinciale e di tutti i quadri provinciali, la Cisl di Arezzo ha acceso i riflettori sulle emergenze sociali e occupazionali che investono la provincia.

Particolare attenzione è stata rivolta alle ultime questioni che interessano importanti realtà lavorative. Ma anche grande attenzione al tema della trasparenza in casa Cisl, nella convinzione che la partita riguarda tutti i livelli dell’organizzazione e che i segnali inviati dalla dirigenza nazionale vanno nella giusta direzione ovvero ripartire dal basso.

Gli ultimi sei anni, a guida del segretario Marco Salvini, la UST aretina ha registrato, nonostante il periodo di forte crisi che, per altro, continua a persistere anche se in maniera meno cruenta, in questo territorio della Toscana meridionale, un andamento positivo, sia dal punto di vista amministrativo sia organizzativo.

La recente scelta di soprassedere alla fusione con Siena e Grosseto lasciando Arezzo autonoma ha permesso di rilanciare la sfida partendo dai territori destinando a questi il 70% delle risorse complessive completando gli accorpamenti territoriali avviati e cercando di valorizzare quelli categori ali.

Passando alla analisi dei dati questi ci dicono che dal 2009 al 2014 gli iscritti attivi sono passati da 11.055 a 12.311 pari ad un incremento di oltre il 10%, nonostante che la Federazione pensionati abbia scelto la strada di fare coincidere sempre di più il dato degli iscritti con delega certificati dall'Inps rispetto a quelli brevi manu.

In questo ultimo lustro di notevole interesse è anche l’esplosione di categorie come Fisascat e Fai, che hanno raddoppiato gli iscritti; o come la Scuola e la Femca, che hanno registrato forti incrementi, nonostante sia necessario sottolineare che, questa crescita, è dovuta non ad incrementi occupazionali, ma solo a fattori locali organizzativi.

Ed anche sul piano dei Servizi, nonostante la rivoluzione delle dichiarazioni online, la posizione dei servizi della CISL aretina è attualmente quella di 2° Caf in provincia, e primo in comuni significativi quali Arezzo, Sansepolcro, Castiglion Fiorentino ed anche l'Inas seppur in lenta, ma continua crescita, compete per il 2° posto.

Sul piano politico in questi anni particolare attenzione è stata dedicata al rilancio della presenza nei mezzi di informazione quali carta stampata, televisione e network. Questo sforzo è stato premiato ottenendo un ruolo da protagonista e non più di comparsa nel confronto con le Istituzioni e le altre associazioni.

In estrema sintesi, questa, la fotografia della UST di Arezzo che non nasconde, però, dietro a questi risultati le difficoltà di numerose vertenze aperte ed assai spinose che interessano in particolare quel settore manifatturiero che da sempre è la spina dorsale dell’economia del territorio. La scomparsa di importanti marchi storici o, in taluni casi, il ridimensionamento di questi ha, inevitabilmente impoverito il territorio. Così come il tracollo del settore edile che, ad oggi, è quello che, in termini assoluti, ha perso più posti di lavoro. Anche il distretto orafo, un tempo, di primaria importanza per questo territorio si è fortemente ridimensionato perdendo un elevato numero di addetti e la conseguente chiusura di numerosissime piccole e medie aziende legate alla madre di tutte le aziende, la UNOAR, che per decenni ha trainato il settore orafo italiano a livello mondiale.

La risposta a questo vuoto, ad oggi, è stato l’arrivo della grande distribuzione, ma non basta. Ci vuole non solo un impegno maggiore a livello istituzionale a difesa del manifatturiero, ma anche la consapevolezza che l’intero territorio va dotato di quella rete infrastrutturale vitale e fondamentale per poter competere.

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