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Calenda in città per l'assise aretina di Confindustria Toscana Sud: "Senza crescita non c'è nulla". Innovazione e rapporti col Governo: intenso dibattito

Innovazione, Industria 4.0, ma anche le decisioni del Governo e i riflessi del decreto Dignità nell'economia e nel mondo del lavoro. Sono stati tanti i temi affrontati nell'assise della Delegazione di Arezzo di Confindustria Toscana Sud, che si è...

Innovazione, Industria 4.0, ma anche le decisioni del Governo e i riflessi del decreto Dignità nell'economia e nel mondo del lavoro. Sono stati tanti i temi affrontati nell'assise della Delegazione di Arezzo di Confindustria Toscana Sud, che si è svolta questo pomeriggio presso Arezzo Fiere e Congressi. Tanti gli imprenditori del territorio che vi hanno partecipato.

Ad aprire i lavori il saluto del presidente di Confindustria Toscana Sud Paolo Campinoti: “Siamo disposti a parlare di tutto e a trovare insieme le soluzioni - ha dichiarato parlando dei rapporti con il nuovo Governo - , ma sia chiaro che la categoria delle imprese rappresenta l’ossatura valoriale delle nostre comunità, e non possiamo accettare di essere additati o equiparati come soggetti negativi per il Paese. La storia recente dimostra che è semmai la politica a doversi fare un esame di coscienza, piuttosto che costruire allarmismi e falsi nemici. Noi imprenditori non ci stiamo e rivendichiamo con forza i risultati che siamo riusciti a realizzare in questi anni di dura crisi. Solo sulla base di questi risultati è possibile costruire una nuova prospettiva di sviluppo in grado di sostenere le sfide del presente e di creare un futuro per le nostre famiglie e per le nostre giovani generazioni.”

La parola è passata poi a Fabrizio Bernini, Presidente della Delegazione di Arezzo, che ha condiviso con i presenti un’analisi dell’attuale scenario economico globale. In particolare, il presidente Bernini ha parlato di quella che per lui è la priorità del Paese: la questione industriale. “Che lo si voglia ammettere o no” ha affermato Bernini durante il suo intervento “senza il manifatturiero non è possibile immaginare in Italia una sana e duratura crescita della ricchezza”. E sull’innovazione digitale dichiara: “La digitalizzazione non è semplicemente l’inserimento in azienda di un nuovo software con un macchinario connesso, ma rappresenta un mestiere nuovo, e quindi un’opportunità di occupazione per i giovani. Il futuro delle imprese e della loro capacità di competere sui mercati passa dal digitale, e proprio grazie alla digitalizzazione industriale, la crescita delle aziende non dipende più solo dall’imprenditore che investe, ma dal valore dei suoi collaboratori.”

Poi un piccolo approfindimento sulla situazione aretina:“Arezzo esporta per oltre 6,5 miliardi di euro, quasi il 20 per cento del dato regionale, e circa l’1,5 per cento del dato nazionale. Dal 2008 al 2017 il peso di Arezzo sul dato della Toscana è aumentato di 4 punti. L’export manifatturiero risulta in crescita dell’1,4 per cento anche nel primo trimestre 2018”. Poi un affondo nei confronti del governo. “Dispiace che su questi temi (la digitalizzazione dell imprese ndr), che già non figuravano nelle 50 pagine del contratto Cinquestelle Lega, a quasi due mesi dall’insediamento del nuovo Governo, non sono stati ancora affrontati con la giusta considerazione”.

Sono state poi proiettate dieci testimonianze video di altrettanti imprenditori associati, che hanno esposto la propria idea di innovazione, proponendo nuovi approcci per affrontare le sfide poste dal costante progresso tecnologico. Vivace la tavola rotonda, moderata da Virginia Masoni, alla quale partecipano Leonardo Botti, Global Head of Product Management ABB EP SOLAR, Corrado La Forgia, Direttore Industriale e Amministratore Delegato Bosch VHIT e Stefano Sacchi, Presidente INAPP. Si è parlato di innovazione, di cosa si intende con questa parola a volte “abusata” altre volte sbandierata e di quali possono essere gli scenari futuri. Ha concluso i lavori Carlo Calenda, ex Ministro dello Sviluppo Economico: “Senza crescita non può esserci niente: non può esserci giustizia sociale e non ci può essere la possibilità di tenere il Paese in sicurezza dal punto di vista finanziario. Per aumentare i consumi è necessario proseguire il lavoro che abbiamo iniziato, agevolando l’export, con l’alleggerimento del peso fiscale su imprese e lavoro, e spingere moltissimo su investimenti tecnologici come abbiamo fatto con Industria 4.0 e piano “Made in Italy”. Il riferimento all'accordo sfumato con il Canada è chiaro:"Io ho siglato l'applicazione provvisoria oltre un anno fa, da allora l'export italiano è cresciuto dell'8 per cento. Rinunciare a questo accordo non ha senso".

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