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Cadla-DueGi: quale futuro? In un anno dimezzate le ore di cassa integrazione

A fine luglio i creditori Cadla-DueGi avevano dato il loro ok per la sigla del concordato. Oggi, i lavoratori aretini (e non) rimasti orfani del proprio posto di lavoro attendono ancora risposte certe. Le trattative sindacali condotte sino ad...

A fine luglio i creditori Cadla-DueGi avevano dato il loro ok per la sigla del concordato. Oggi, i lavoratori aretini (e non) rimasti orfani del proprio posto di lavoro attendono ancora risposte certe.

Le trattative sindacali condotte sino ad oggi hanno visto la riassunzione di buona parte del personale impiegato all’interno degli ex punti vendita Despar. Questi ultimi sono entrati a far parte della famiglia “Conad” e qui, attualmente, trovano impiego.

Ma c’è un’altra porzione della DueGi che ancora oggi è rimasta a casa senza un lavoro. Sono gli operatori dei 15 store che fino ad oggi non sono stati oggetto di interesse per trattative e riaperture. Fino ad oggi appunto. Già, perché qualcosa all’orizzonte potrebbe iniziare a muoversi. E’ di questi giorni infatti la notizia che c’è stata una proposta di acquisto da parte dei Grandi Magazzini Fioroni.

Lunedì 21 settembre, a Roma, rappresentanti sindacali e potenziali acquirenti si riuniranno attorno ad un tavolo per affrontare i contenuti dell’eventuale accordo. Tra tutti i nodi da sciogliere, quello riguardante il dato occupazionale è il più preoccupante visto che Fioroni avrebbe dato disponibilità a riassumere la metà dei cassintegrati.

Resta invece ancora avvolta nella nebbia la situazione riguardante gli ex dipendenti Cadla. Per il personale del magazzino la strada è sempre stata più in salita rispetto ai colleghi dei punti vendita. Chi ci è riuscito è entrato nelle liste di mobilità, altri hanno con grande sforzo trovato un altro impiego e altri invece ancora non sanno cosa fare del loro futuro. La vicenda riguardante i dipendenti Cadla-DueGi è senza ombra di dubbio una delle più pesanti e difficili che hanno interessato il territorio aretino negli ultimi anni.

Ma malgrado parole come fallimento, mobilità, disoccupazione siano diventate di uso corrente, a livello nazionale arrivano dati che raccontano di una importante diminuzione delle ore di cassa integrazione siano andare a diminuire.

L’analisi è quella fornita dall’Inps che registra come ad agosto 2015 sono state autorizzate complessivamente 39,3 milioni di ore di cassa integrazione guadagni (CIG), con una diminuzione del 41,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso dove erano state autorizzate 67,5 milioni di ore. I dati destagionalizzati, calcolati per le sole componenti Ordinaria e Straordinaria, evidenziano nel mese di agosto 2015 - rispetto a luglio 2015 - una variazione congiunturale pari al -6,3%. Dall’analisi dei dati di agosto 2015 emerge che le ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria (CIGO) sono state 3,8 milioni. Nel mese di agosto 2014 erano state 5,9 milioni: si è quindi registrata una diminuzione tendenziale pari al 34,8%. In particolare, la flessione è stata pari a -41,4% nel settore Industria e -2,2% nel settore Edilizia. Le variazioni congiunturali CIGO calcolate sui dati destagionalizzati registrano, rispetto al precedente mese di luglio 2015, una diminuzione del 7,7%. Il numero di ore di cassa integrazione straordinaria (CIGS) autorizzate ad agosto 2015 è stato di 25,7 milioni, con una riduzione del 49,1% rispetto ad un anno fa, quando le ore autorizzate erano state 50,5 milioni. Rispetto a luglio 2015 si registra una variazione congiunturale, calcolata sui dati destagionalizzati, pari a -5,7%. Infine, gli interventi in deroga (CIGD) si sono concretizzati in 9,8 milioni di ore autorizzate, con un decremento dell’11,9% rispetto ad agosto 2014, mese nel quale erano state autorizzate 11,3 milioni di ore. In questo caso, la forte variabilità nel numero delle ore autorizzate di cassa integrazione in deroga, non dipendente da fattori di carattere stagionale ma dovuta ai tempi dei finanziamenti di queste misure, rende impossibile effettuare la destagionalizzazione dei dati. Passando all’analisi dei dati relativi alla disoccupazione, dal 1° maggio 2015 è entrata in vigore la Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI) che sostituisce le indennità di disoccupazione ASpI e mini ASpI. Pertanto, le domande di prestazione che si riferiscono ad eventi di disoccupazione involontaria verificatisi entro il 30 aprile continuano ad essere classificate come ASpI e mini ASpI, mentre quelle che si riferiscono ad eventi successivi al 1° maggio sono classificate come NASpI. Inoltre, continuano a essere conteggiate anche domande riferite a licenziamenti avvenuti entro il 31 dicembre 2012, che vengono classificate come disoccupazione ordinaria. Nel mese di luglio 2015 sono state presentate 972 domande di ASpI, 286 domande di mini ASpI e 201.539 domande di NASpI. Nello stesso mese sono state presentate 219 domande tra disoccupazione ordinaria e speciale edile e 5.312 domande di mobilità, per un totale di 208.328 domande, il 32,4% in meno rispetto alle 307.990 del luglio 2014. È da segnalare che sulla forte contrazione delle domande presentate nel mese di luglio 2015 può avere inciso la circostanza che si tratta dei primi mesi di entrata in vigore della nuova prestazione NASpI.

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