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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Addio bot e obbligazioni, gli aretini lasciano i soldi in conto corrente. E il deposito medio in anni è quasi raddoppiato

A svelarlo è un'analisi approfondita di Sole 24 Ore, che mostra come la fiducia nei titoli sia ormai calata. Il caso Banca Etruria e le scelte sicure degli aretini

Più soldi nei conti correnti e meno investimenti in titoli di Stato e obbligazioni. Così cambia il risparmio degli italiani. E gli aretini non sono da meno: tanto è vero che i risparmi lasciati nel conto corrente, nel decennio che va dal 2008 al 2018, sono quasi raddoppiati, in linea con la tendenza generale. 

A svelarlo è un'analisi approfondita di Sole 24 Ore, che mostra come la fiducia nei titoli sia ormai calata. Il caso della recente asta dei Btb e dei suoi risultati deludenti è una vera e propria cartina di tornasole per chi studia i movimenti dei risparmi. E di sicuro nell'Aretino la ferita ancora aperta e dolorante del crac di Banca Etruria e di quanto avvenuto con le obbligazioni subordinate ha fatto svanire la voglia di investire in questi titoli i propri risparmi. 

VALORE DEI DEPOSITI PRO CAPITE

Ma a quanto ammontano i depositi pro capite? In media a livello nazionale si parla di 21mila 460 euro: il 103 per cento in più rispetto a 10 anni fa. Arezzo non si discosta molto da questi numeri: il deposito pro capite medio è pari a 21mila 329 euro, il 93 per cento in più rispetto al 2008. La sensazione è quella da un lato di non voler rischiare i propri risparmi, dall'altro di essere sicuri di poterli avere sempre a disposizione. 

Nella classifica del quotidiano finanziario, è Milano con il maggior deposito (oltre 57 mila euro). Anche in questo caso è quasi raddoppiato. La città italiana invece dove i depositi sono aumentata di più è stata Isernia, con una crescita del 316 per cento.

LE ALTRE CITTA' TOSCANE

E le altre città toscane? I fiorentini custodiscono nel conto corrente 26mila euro (+78 per cento), i pratesi 22mila 805 (+72 per cento), i lucchesi 22749 (+92 per cento), poco più di 20mila euro per pisani e pistoiesi (con crescita rispettivamente dell'80 e dell'89 per cento). Risparmio più contenuto infine a Livorno con una media di 18611 euro e una crescita in del  96 per cento.

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