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BancaEtruria. Faltoni: "Grazie agli ex soci la storia può continuare"

Dichiarazione di Fabio Faltoni, dipendente e sindacalista in Nuova Banca Etruria e segretario provinciale della FABI - Federazione Autonoma Bancari Italiani. La "vecchia" Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio era una società cooperativa che...

Dichiarazione di Fabio Faltoni, dipendente e sindacalista in Nuova Banca Etruria e segretario provinciale della FABI - Federazione Autonoma Bancari Italiani.

La "vecchia" Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio era una società cooperativa che, seppur quotata in Borsa, manteneva tutte le caratteristiche tipiche di quella particolare forma sociale. Quindi le sue azioni non si potevano considerare solo dei meri strumenti proprietari, tantomeno una forma di investimento speculativo, ma erano uno strumento partecipativo, che aveva a che fare con legami storici e territoriali, che aveva a che fare con lo scopo mutualistico tipico delle società cooperative, uno scopo mai perso nonostante la quotazione di circa vent'anni fa.

Per questo, la cancellazione delle azioni, avvenuta il 22 novembre 2015 assieme alle obbligazioni subordinate, non ha solo privato ben 65.000 soci (tra i quali la gran parte dei lavoratori) dei propri soldi, ma li ha pure espropriati di un diritto, li ha privati di quella che era la propria azienda; e il tutto senza nemmeno passare per una doverosa assemblea dei soci, mai avvenuta, che i due commissari stavano predisponendo per fine 2015. Vista la diffusione del suo assetto proprietario, BancaEtruria era una vera "public company".

Ora che è alle viste l'entrata in UBI Banca, le istituzioni devono interrogarsi, ma soprattutto agire per garantire che gli ex soci possano riottene un qualche rimborso per le azioni cancellate dalla "risoluzione" (sull'esempio di Veneto Banca e delle Popolari di Vicenza), ma possano anche poter tornare ad esercitare il diritto proprietario nella nuova banca, senza ulteriori esborsi economici. Un modo va trovato, per far continuare la storia della "vecchia" popolare aretina, e dei suoi "ex" soci, in un Gruppo bancario che diventerà a pieno titolo nazionale, grazie anche a noi. Infatti, andando indietro di centotrent'anni e fino quasi ai giorni nostri, vediamo come la tradizione di tante piccole banche locali continuò anche via via che venivano incorporate in quella che era in origine la Mutua Popolare Aretina: Sansepolcro, Montepulciano, Cagli, Gualdo Tadino, Montelupo, Amatrice, Magliano Sabina e altre. Insomma, si devono trovare gli strumenti per non cancellare una storia, ma per continuarla e attualizzarla.
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