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Banca Etruria, Gasparri: "Chiediamo le dimissioni di Visco", Lacroce: "Stralciate il decreto"

Cartelli al collo, ognuno con la propria cifra azzerata. Chi ha perso 30, chi 50 mila euro, chi è invalido senza lavoro, chi è pensionato e l'età media è quella dei sessantenni. Sono i risparmiatori di Banca Etruria presenti in massa all'assemblea...

Cartelli al collo, ognuno con la propria cifra azzerata. Chi ha perso 30, chi 50 mila euro, chi è invalido senza lavoro, chi è pensionato e l'età media è quella dei sessantenni. Sono i risparmiatori di Banca Etruria presenti in massa all'assemblea pubblica organizzata dall'associazione Arezzo Domani in collaborazione con Informarezzo ed il Popolo dei Consumatori.

Sull'auditorium hanno puntato le loro telecamere ed i loro microfoni, i giornalisti, le testate e le trasmissioni nazionali, anche in diretta.

Arezzo e la vicenda di Banca Etruria insieme a quella degli altri tre istituti italiani finiti nel tritacarne del decreto "salva-banche" del 22 novembre scorso, sono diventate il simbolo della protesta che ha portato allo stesso tavolo esponenti politici diversi, associazioni di consumatori, tecnici esperti di materia bancaria e della storia della cooperativa popolare di Arezzo. E così accanto a Roberto Bardelli di Forza Italia si è seduto Francesco Romizi di Arezzo in Comune e poi Francesco Macrì di Fratelli d'Italia, Paolo Lepri del Movimento Cinque Stelle e gli onorevoli di forza Italia Maurizio Gasparri e Deborah Bergamini.

"Chiediamo che ci sia un cambiamento del testo del decreto - ha detto Gasparri alla platea - quando l'altra sera il ministro Padoan ha parlato di aiuti umanitari ha offeso migliaia di persone che erano i risparmiatori. Qua non siamo di fronte a speculatori, ma è gente che si è fidata della banca come si fiderebbe del farmacista che gli dice di prendere una pasticca. Vorremmo che si pubblicassero i nomi di chi ha preso i prestiti dalla Banca. Come Forza Italia abbiamo chiesto le dimissioni di Ignazio Visco perché dov'era la Banca d'Italia che doveva vigilare?"

Tra gli interventi più applauditi quello di Vincenzo Lacroce, presidente dell'Associazione Amici di Banca Etruria, ex ispettore della Banca d'Italia, che da anni si batte con altri soci per cambiare le cose. Lacroce ha ripercorso la storia recente della popolare sottolineando come i conflitti di interessi fossero palesi, come agli errori del management si siano sommati quelli di un commissariamento tardivo e di mancanza di vigilanza da parte di Bankitalia e come conti alla mano Banca Etruria non poteva e non doveva essere dichiarata fallita.

Nel video il suo intervento integrale:

E' seguito poi l'intervento di Pilade Nofri esponente locale del Pd, imprenditore orafo che con gli occhi lucidi ha portato la sua personale vicinanza ai risparmiatori dilapidati dal decreto salva-banche.

Tra i parlamentari presenti l'onorevole Giovanni Paglia di Sel che ha dichiarato:

"Le responsabilità del Governo sul disastro 'Salvabanche' sono finalmente sotto gli occhi di tutti. Se si fosse agito per tempo, i 4 istituti si sarebbero potuti salvare e con essi i risparmi di azionisti e obbligazionisti, ormai lo ammette anche la Banca d'Italia. Occorre essere vicini a queste persone - osserva l'on. Paglia - affinché non si ripetano più episodi tragici come quello del pensionato che si è suicidato a Civitavecchia dopo avere perso 100.000 euro. Il problema vero è che il Governo ha svenduto la stabilità del sistema bancario italiano e i risparmi di 150 mila persone - attacca l'On. Paglia - per ottenere il via libera della Commissione Europea alle sue regalie quali i 500 euro ai neo-elettori. Noi diciamo sì alla Commissione d'inchiesta parlamentare sulla vicenda e pensiamo che non sia troppo tardi per fare marcia indietro e modificare il decreto. Occorrono infine alcune misure generali - conclude l'On. Paglia - per esempio agire per separare banche d'affari e banche di investimenti nonché disporre nuove norme sulle retribuzioni dei banchieri e sulla tutela effettiva del risparmio.

Nel suo intervento Giacomo Giannarelli, consigliere regionale del M5S, presidente commissione d'inchiesta regionale su Monte Paschi ha rilevato alcune similitudini tra i due casi e sottolineato alcuni aspetti:

"Ci sono tre punti chiave a livello europeo e nazionale che come Movimento Cinque Stelle stiamo portando avanti: ridurre al 3% i dividenti di Banca d'Italia che vanno ai privati, si possono così prendere 200 milioni di euro per dare un primo sollievo agli obbligazionisti, poi si deve ripubblicizzare Banca d'Italia, slegata dal controllo e dalle nomine dei partiti politici, ed infine separare le banche commerciali dalle banche d'investimento."

... in aggiornamento...

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