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Banca Etruria, Fabi: "Ultimo chilometro e piano esuberi"

"Entro i primi di dicembre dovrebbe arrivare il via libera a UBI Banca, da parte della Banca Centrale Europea, per l'acquisto di Nuova Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti. Così, dopo i piani UniCredit e MPS, anche l'operazione sulle Good bank...

"Entro i primi di dicembre dovrebbe arrivare il via libera a UBI Banca, da parte della Banca Centrale Europea, per l'acquisto di Nuova Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti. Così, dopo i piani UniCredit e MPS, anche l'operazione sulle Good bank sembra slittare dopo il referendum.

I lavoratori della banca aretina aspettano un "cavaliere bianco" da ben tre anni, tre anni di grandi difficoltà, di complicazioni e di preoccupazioni, di veri e propri "stress test", comprese le tristi vicende giudiziarie che coinvolgono alcuni di essi, anche se per la vendita - da quanto si apprende - sembra proprio di essere all'ultimo chilometro". A sostenerlo è Fabio Faltoni dipendente e sindacalista in Nuova Banca dell'Etruria e segretario provinciale della FABI. "Guardando al futuro dei dipendenti, è opportuno inquadrarlo con pragmatismo all'interno della realtà del sistema bancario nazionale, che potrebbe vedere nei prossimi anni più di ventimila esuberi. Così, anche per BancaEtruria, gli eventuali esuberi dovranno derivare da un definito piano industriale, e che si parli sempre e solamente di prepensionamenti volontari.

Per fortuna, le sovrapposizioni di filiali tra Etruria e UBI sono quasi assenti in Toscana o limitate in altre regioni. Poi ci sarà da ragionare sul centro direzionale di Via Calamandrei, un presidio territoriale di eccellenza che siamo certi potrà essere utile - magari in forma diversa - alla nuova banca e a tutto il territorio. Le tre banche assieme hanno circa 4.800 dipendenti, dei quali 1.500 di Nuova Banca Etruria, ma da questi si possono già togliere più di cento colleghi che hanno già aderito ai prepensionamenti, con uscite nei prossimi tre anni.

Una situazione che, in attesa ovviamente del via libera dalla BCE, può benissimo essere gestita da UBI - una banca con 17.500 dipendenti circa - con gli usuali strumenti contrattuali e senza avventure, perché i lavoratori - professionalità, curriculum, formazione, capacità, esperienza - non sono semplicemente un costo, non sono un peso, ma sono l'asse portante della banca, e lo hanno dimostrato ancor di più in questo lunghissimo e difficilissimo ultimo anno. Se UBI, come giustamente ripete il suo amministratore delegato, vuol fare un'operazione che "crei valore", i lavoratori sono un grande valore che potrà contribuire al successo di tutta l'operazione".
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