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Banca Etruria, documento Cgil ai parlamentari: "Rivalutare i deteriorati, unica soluzione per obbligazionisti"

La svalutazione dei crediti in sofferenza confluiti nella Bad Bank è stata al centro dell'attenzione anche nazionale della Cgil, l'analisi approfondita ed i confronti con altri casi hanno evidenziato un'anomalia: la svalutazione dei crediti in...

La svalutazione dei crediti in sofferenza confluiti nella Bad Bank è stata al centro dell'attenzione anche nazionale della Cgil, l'analisi approfondita ed i confronti con altri casi hanno evidenziato un'anomalia: la svalutazione dei crediti in sofferenza è stata dell'82,45%. Già perché con il decreto salva-banche del governo i crediti deteriorati sono stati valutati circa al 17,65%. Una svalutazione tale non si era mai registrata.

Il piazzamento sul mercato di questi crediti servirà per coprire il fondo di risoluzione che ha permesso la costituzione della sana Banca Etruria Spa, con i prestiti di alcune banche big italiane.

In questo contesto si inserisce la proposta della Cgil, inviata in forma urgente di parlamentari perché possa essere inserita, come emendamento, nel decreto salva-banche, che sarà votato entro pochi giorni all'interno della legge di stabilità 2015.

La Cgil vede come unico strumento utile a recuperare ulteriori crediti per restituire soldi agli obbligazionisti, quello di innalzare la soglia del 17,65% al 25%. Otto punti in più di rivalutazione dei crediti in sofferenza permetterebbero di recuperare liquidità ulteriore e ridare indietro ai possessori delle famigerate subordinate, i loro risparmi. Un meccanismo studiato senza intaccare soldi pubblici così come impone l'Unione Europea e di conseguenza la Banca d'Italia.

IL DOCUMENTO INTEGRALE: 2015 12 03 PROPOSTA DI MODIFICA DECRETO SALVA BANCHE

“E’ il momento delle azioni concrete. La protesta non serve e per la giustizia bisognerà attendere. Oggi bisogna tutelare i risparmiatori e i dipendenti. La Cgil ha inviato nel pomeriggio una lettera a tutti i parlamentari eletti nei collegi aretini formulando una proposta concreta che è in grado di sostenere risparmiatori e dipendenti, senza dividere questi due “corpi sociali” che spesso finiscono per sovrapporsi”.

Alessandro Mugnai ha illustrato così la proposta della Cgil. Lo ha fatto insieme a Claudio Viti, Segretario della Fisac e a tre rappresentanti Cgil in seno alla Rsa di Banca Etruria: Federico Marcantoni, Riccardo Fois e Maria Agueci.

Il perno del ragionamento Cgil – come ha evidenziato Marcantoni – è la valutazione delle sofferenze:

“questa è estremamente ridotta rispetto alle prospettive di recupero, 1,5 miliardi su 8,5 miliardi di valore nominale, pari al 17,65%. La nostra proposta è di incrementare questa percentuale tra gli 8 e i 12 punti. E comunque per un valore almeno pari a quello nominale delle obbligazioni subordinate alle quali non verrebbe più assicurato il pagamento delle cedole periodiche e il regolare ammortamento alla scadenza dei titoli”.

Tra le proposte c'è anche quella che focalizza l'attenzione sulla gestione della Bad Bank sulla quale c'è un fitto alone di mistero visto che non si conosce la sua ragione sociale, la sua sede legale, se e chi ci lavorerà. Questo quello che si auspicano i rappresentanti della Rsa:

“una gestione della Bad Bank da parte del personale delle nuove banche con un numero adeguato di addetti determinato in base ai valori dei migliori operatori del Mercato (gestione ottimale del portafoglio assegnato con un numero massimo di 150/250 pratiche a seconda della complessità delle stesse)”. La Cgil chiede che non venga ceduta “a soggetti terzi la titolarità dei crediti a sofferenza (anche al fine di mantenere i livelli occupazionale) e beneficiare delle sicure plusvalenze rispetto alle attuali valutazioni. Gli eventuali utili della vecchia banca gestore delle sofferenze, maturati in virtù dei maggiori recuperi di somme rispetto ai valori di libro (valore nominale delle sofferenze al netto degli accantonamenti e delle spese legali sostenute), sono da destinare, in toto od in una percentuale significativa, all'ammortamento dei prestiti obbligazionari subordinati che resterebbero in capo alla vecchia banca”. Questa soluzione “permetterebbe il mantenimento di posti di lavoro, con occupazione anche del personale delle nuove banche. Diversamente, le nuove banche si troveranno a gestire, ad avvenuta cessione delle sofferenze ad un nuovo soggetto, importanti esuberi di personale; si pensi ad esempio a quanti sono gli addetti attualmente occupati nelle sedi centrali dei nuovi gruppi, 25% - 30% del totale dei lavoratori”.

La Cgil ricorda infine che sia Banca Etruria che Banca Marche, Cariferrara e Carichieti

“sono oggetto di continui deflussi di capitali e chiusura di rapporti da parte dei sottoscrittori delle obbligazioni subordinate e degli azionisti” e si domanda se può escludere “un effetto domino nel sistema bancario qualora si confermi la svalutazione integrale del valore delle obbligazioni subordinate”.

Da notare che si parla di 76 miliardi di obbligazioni subordinate emesse dal sistema bancario e tuttora circolanti.

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