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“Bamboccioni” a chi? I giovani agricoltori aretini fanno impresa

“E’ in atto una vera e propria rivoluzione culturale nelle scelte giovanili con la nascita nelle campagne italiane di ben 3.051 imprese condotte da under 35 nel secondo trimestre del 2016”. Sono parole di Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti...

“E’ in atto una vera e propria rivoluzione culturale nelle scelte giovanili con la nascita nelle campagne italiane di ben 3.051 imprese condotte da under 35 nel secondo trimestre del 2016”. Sono parole di Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo in merito al nuovo boom delle presenze dei giovani nel settore primario. In provincia di Arezzo, secondo i dati della Camera di Commercio, sono in crescita (7.2%) le imprese di giovani che operano in agricoltura, il 9,4 per cento delle imprese aretine sono giovanili e di queste il 9.5 per cento sono nel settore agricolo: “Questo – afferma ancora Marcelli – è un chiaro segnale del ritorno dei giovani ad un tipo di attività sempre più caratterizzata dall’approccio imprenditoriale orientato al mercato e di un progressivo ricambio generazionale all’interno delle imprese agricole aretine”.

Secondo gli ultimi dati Coldiretti a livello nazionale, salgono a quasi 600mila le imprese italiane condotte da under 35 con un saldo positivo record di 50mila rispetto all’inizio dell’anno, tra nuove iscrizioni e chiusure, con l’Italia che si colloca così ai vertici dell’Unione Europea in termini di numero di giovani imprenditori. È quanto è emerso dal primo studio su “Bamboccioni a chi?” dedicato ai giovani italiani che fanno l’impresa ed elaborato dai giovani Coldiretti in occasione della recente apertura dell’open space dell’innovazione giovanile.

E quanto a innovazione i giovani agricoltori aretini non sono secondi a nessuno: “Originalità, innovazione, sostenibilità, passione, idee, ricerca, diversificazione e progetti di filiera delle imprese agricole – spiega Gabriele Conticini, vice delegato dei giovani di Coldiretti Arezzo, nonché titolare di un’azienda ad alta innovazione sul terreno del miele, dello zafferano e anche dell’allevamento delle lumache – sono le sfide che vogliamo vincere, con un’agricoltura proiettata al futuro, ma che riscopre o ripropone la tradizione reinventandola”.

Altro esempio importante di impegno innovativo in agricoltura ad Arezzo viene dell’azienda Agricola Baracchi di Cortona, del giovane imprenditore Benedetto Baracchi, che è stato da poco riconosciuto il produttore di uno dei 50 spumanti più buoni del mondo. “L’innovazione - spiega Baracchi - se parte da una tradizione vera, acquisisce una forza che apre le porte dei mercati, con la qualità in primo piano, che è la forza del progetto dei giovani di Coldiretti”.

Riconoscimenti anche dalla Camera di Commercio per i giovani aretini impegnati in agricoltura, visto che la stessa Cciaa ha recentemente conferito il premio Imprenditoria giovanile a Luca Ponticelli, dell’Azienda Agricola omonima. Luca nasce disegnatore progettista, ma lascia il lavoro dopo otto anni per prendere l'azienda di famiglia a vocazione cerealicola. Introduce nuove colture come la cipollina da semi. Ci troviamo, insomma, di fronte ad un imprenditore agricolo per scelta e convinzione, che trasforma con metodi innovativi l'attività agricola che la famiglia svolge da quattro generazioni. Questi sono soltanto alcuni esempi dei moltissimi che i giovani di Coldiretti Arezzo rappresentano in questo campo.

Sulla base dei dati Movimprese, relativi ai primi nove mesi, i giovani italiani sono i più intraprendenti dell’Unione Europea grazie all’apertura nel 2016 di circa 325 imprese al giorno con il risultato che - continua Coldiretti - le imprese condotte da giovani rappresentano il 9,8% delle imprese presenti in Italia ma la percentuale sale al 31,1% tra quelle di nuova apertura nel primi nove mesi del 2016.

Un dato che solo apparentemente stride con le ultime statistiche dell’Eurostat secondo le quali in Italia è pari al 67,3% la percentuale di giovani (18-34 anni) che vivono ancora con i genitori nel 2015, la più alta in Europa (47,9%) dopo la Slovacchia. In realtà questo legame si evidenzia infatti anche nell’elevato numero di imprese familiari la cui presenza percentualmente varia da quasi il 60% nel mercato azionario italiano a circa il 90% in settori come l’agricoltura. “Una specificità legata alla famiglia tutt’altro che negativa perché - sostiene il direttore di Coldiretti Arezzo, Mario Rossi - ha permesso anche nella nostra provincia il radicamento territoriale di molte attività imprenditoriali che altrimenti avrebbero rischiato la delocalizzazione”. “La famiglia è un punto di riferimento nella nostra agricoltura - insiste Rossi - perché al suo interno ha le risorse per sopportare meglio la crisi dal punto di vista economico ma è anche un presidio di imprenditorialità diffusa che è un valore aggiunto importante e in molti casi è palestra e trampolino di lancio per consentire ai giovani di esprimere la propria creatività ed intraprendenza, in questo senza dubbio affiancati dal lavoro quotidiano che Coldiretti Arezzo, con i suoi servizi e le sue professionalità, porta avanti a sostegno e promozione dell’imprenditoria giovanile, che sta affrontando il presente e preparando il futuro con grande slancio innovativo nel segno della multifunzionalità”.

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