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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Attenzione alla pseudo riforma del Catasto: altre tasse in arrivo

Come ci siamo già detti altre volte quando Lorsignori sono alla ricerca di altre tasse pensano a “riformare” il Catasto. Ormai sappiamo che questo paese è vittima di riforme continue, praticamente è diventato un riformatorio, ma le cose vanno...

Come ci siamo già detti altre volte quando Lorsignori sono alla ricerca di altre tasse pensano a “riformare” il Catasto. Ormai sappiamo che questo paese è vittima di riforme continue, praticamente è diventato un riformatorio, ma le cose vanno sempre peggio.

Perché per lo più sono false riforme, che nella migliore delle ipotesi aiutano alcune precise categorie a danno di tutte le altre, quando non sono proprio un puro danno espropriativo agli interessi delle famiglie e delle aziende in nome di vacui principi pseudo europeisti ed imbrogli simili. E basta pensare alle pensioni o alla sanità. Ma torniamo agli immobili. Ormai da oltre venti anni gli immobili sono una delle fonti predilette di prelievo fiscale. Per meglio dire si tratta di un lento ma costante esproprio del piccolo patrimonio delle famiglie, almeno di quelle che hanno la fortuna di avere qualcosa, mediante la creazione di continui balzelli variamente mascherati.

Tasse o altri prelievi indiretti incoraggiarti dallo Stato, basta trovarsi a fare l’allaccio di una qualunque utenza domestica per vedere i costi assurdi che ci sono nonostante si tratti una attività fatta comodamente a tavolino con il computer. E dove non si riesce ad arrivare con tasse e simili lo stato ha inventato un terrificante mini condono permanente, alla faccia dei “professionisti della legalità” che anche in questo caso così tanto ricordano i professionisti dell’antimafia mirabilmente descritti a suo tempo da Sciascia. Ma in questo caso la finezza estorsiva inventata da Lorsingori è da manuale. In poche parole si costringe, ed ecco l’estorsione politica, l’incolpevole famiglia vittima di una irrilevante difformità edilizia in casa, commessa da non si sa chi magari mezzo secolo fa o più, callidamente definita un abuso a pagare un sacco di soldi ai comuni – vittime anch’essi di questa legge assurda - se vuol vendere l’immobile.

Questo perché una legge, evidentemente lesiva del diritto alla proprietà, impedisce al notaio di fare il contratto di cessione se l’immobile non è perfettamente rispondente alle concessioni originarie, planimetrie catastali, ecc. Si noti bene che quando le vecchissime concessioni sono ancora reperibili, e decifrabili, si ha davanti molto spesso un foglio con qualche vago disegno sopra. Per cui ci sarebbe anche da discutere parecchio sull’esistenza dell’irregolarità. Ma le famiglie, di solito, non possono fare altro che piegare il collo e pagare. Perché così stanno le cose. Ma torniamo al Catasto.

L’idea di riformarlo sarebbe anche condivisibile. Le norme di base che lo regolano sono degli anni trenta del secolo scorso, approssimative e fonte di significative singolarità ormai non più sopportabili. Una per tutte: le rendite catastali e dintorni, e quindi le relative tasse calcolate sopra, sarebbero, nella realtà delle cose, immutabili nel tempo anche quando il valore degli immobili diminuisce vistosamente come è avvenuto nell’ultimo decennio. Il che non è né giusto, né tollerabile.

Quindi sarebbe bene metterci le mani. Purtroppo l’esperienza ci insegna che quando Lorsignori toccano qualcosa fanno danni. Perché in questo caso, stringendo, è facile prevedere che alla fine della fiera verrebbe fuori solo l’ennesimo garbuglio per aumentare le tasse patrimoniali sugli immobili, cioè la Imu per dirne una, che, invece, dovrebbero diminuire per effetto del calo generalizzato del valore degli immobili. Ora, visto che si avvicinano le elezioni politiche, forse staremo per un po’ tranquilli ma dopo si aprirà il diluvio, come succederà con l’aumento dell’Iva che è solo rinviato. Anzi è bene puntualizzare: nonostante la disinformazione mediatica somara e strumentale l’aumento dell’Iva è solo rinviato a, guarda caso, dopo le elezioni. Perché nei documenti ufficiali l’aumento è previsto, anzi previstissimo.

E dispiace notare, per concludere, come sulla “riforma” del Catasto le categorie dei professionisti tecnici non si attivino a gran voce sulla questione. Ma non con i convegni, certo utili ma non risolutivi. Ma spiegando alle famiglie ed alle aziende cosa potrebbe avvenire. E va fatto subito, a tamburo battente. Dopo, lamentarsi, non servirà a niente.

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