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Arezzo, tra la tempesta e le aziende premiate

In poche ore la città ha ricevuto una terribile esperienza ed una bella notizia. La rabbia e lo spavento per le gravi conseguenze della tempesta, e la soddisfazione per ben tre aziende del territorio che hanno ricevuto l’Oscar 2016 dalla Cassa di...

In poche ore la città ha ricevuto una terribile esperienza ed una bella notizia. La rabbia e lo spavento per le gravi conseguenze della tempesta, e la soddisfazione per ben tre aziende del territorio che hanno ricevuto l’Oscar 2016 dalla Cassa di Risparmio di Firenze. Le tre aziende del nostro territorio premiate sono Aboca, Tratos e Zucchetti Centro Sistemi. E non è risultato da poco, perché sono tre su dodici aziende premiate in tutta la Toscana. Ed alla soddisfazione campanilistica si aggiunge l’importanza che hanno queste rilevanti aziende per la tenuta economica ed occupazionale di un territorio. Oltre che per la crescita delle professionalità impiegate, perché non dimentichiamoci che si tratta di aziende all’avanguardia nei rispettivi campi di attività. E allora perché unire due notizie apparentemente slegate tra di loro? Perché ambedue ci indicano delle strade da percorrere. Le aziende premiate forniscono l’ennesima prova dell’esigenza di innalzare sempre di più il livello qualitativo e scientifico delle produzioni. Agendo però in un contesto che deve diventare sempre di più favorevole all’imprenditorialità.

Il che vuol dire, per esempio, eliminando il peso di una burocrazia inutilmente asfissiante che alimenta se stessa producendo solo divieti. O buttando nella pattumiera la fraudolente frottole contabili europee. Imbrogli contabili falsi ed estorsivi ai quali, grazie a Dio, ormai ogni giorno di più sembrano essere rimasti fedeli soltanto alcuni soloni italiani. Grosso modo come quei soldati giapponesi che continuavano a combattere nelle foreste dopo la fine della seconda guerra mondiale. Stesso discorso per la nostra recente calamità. Mi dicono che ci sarebbero pochissimi soldi pubblici per rimborsare chi ha subìto i danni, e che quei pochi verrebbero dati in relazione al reddito. Se così fosse si porrebbero le solite domande: cento euro di reddito in più o in meno all’anno cambiano la situazione di una famiglia? La rendono ricca o povera? La rendono meritevole di un aiuto oppure no? Se le cose stanno veramente così, ci vogliono delle menti perverse per pensare queste cose. E, anche in questo caso, la colpa non è di sicuro né dei comuni né delle regioni che fanno quello che possono, ma della solita e scellerata scelta europea di tagliare tutto, applicata nella forma peggiore dalla politica nazionale italiana pur se evidentemente contraria agli interessi nazionali. Purtroppo. Quindi, intanto che sistemiamo la città, e ci complimentiamo con le aziende premiate, pensiamo anche a cambiare strada velocemente. Prima che sia troppo tardi.

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