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Cessione Oro Arezzo, Boldi: "non regge la scusa dell'aretinità". Orafi uniti per il sì

Deve prevalere l’aretinità oppure la salvezza e il possibile sviluppo? Non ha dubbi Andrea Boldi presidente di Arezzo Fiere che sostiene con forza l’approvazione del contratto di 4 anni per l’affitto del ramo d’azienda alla nuova società nata...

Deve prevalere l’aretinità oppure la salvezza e il possibile sviluppo? Non ha dubbi Andrea Boldi presidente di Arezzo Fiere che sostiene con forza l’approvazione del contratto di 4 anni per l’affitto del ramo d’azienda alla nuova società nata dalla Fiera di Vicenza e di Rimini. Oggetto del contratto l’organizzazione per i prossimi 4 anni di Oro Arezzo e Gold Italy.

Questa mattina l’assemblea che avrebbe dovuto deliberare è durata oltre due ore, tanti gli interventi, due le assenze rilevanti, quella della Regione Toscana che è il socio di maggioranza con il 41% e quella del Comune di Arezzo. Se quest’ultimo ha annunciato che farà passare la decisione dal voto del consiglio comunale, dalla Regione sono arrivate voci contrastanti, con il progetto approvato dall’assessore Ciuoffo, ma che non ha avuto l’ok del governatore Rossi e della giunta regionale.

Di fatto alla fine dell’assemblea il voto è stato rinviato di 15 giorni, al 7 febbraio. Alla fine la decisione scottante è stata rinviata, su proposta dei tre enti pubblici presenti, Camera di Commercio rappresentata da Andrea Sereni, Provincia di Arezzo con il presidente Roberto Vasai e il consigliere delegato Cristiano Cini, l'ente fiera stesso con il presidente Andrea Boldi.

Proprio queste assenze, per evitare sgarbi istituzionali, per dare tempo di portare la pratica in discussione nel consiglio comunale, ha indotto a decidere per il rinvio della votazione sull'affitto del ramo d'azienda per 4 anni delle fiere dell'oro aretine a IEG.

Difende a spada tratta il progetto Andrea Boldi "avevo previsto questo epilogo già due anni fa, è un'opportunità di sviluppo per il territorio. Non regge la paventata idea di difesa dell'aretinità. Quando mi affaccio alla finestra ho davanti a me proprio un bell'esempio di cosa ha prodotto questa aretinità e questa politica del no."

"E' evidente che la politica e gli imprenditori viaggiano su due strade diverse, hanno passi diversi" - ha aggiunto tirando una stoccata agli enti pubblici assenti Alessia Gualdani della Consulta degli orafi. D'accordo anche Giordana Giordini degli Orafi di Confindustria che ha ribadito come "gli orafi sono uniti in questa scelta, dolorosa, ma inevitabile." Per conto suo Cna ha chiesto, tra l'altro, garanzie per il territorio e per i tanti orafi che sono anche soci della fiera.

Inevitabile già, perché a questo punto un piano B sembra non esserci a meno che non lo tolga fuori dal cilindro proprio la Regione, l'unico ente pubblico che potrebbe fare la differenza nella copertura dei debiti.

Resta da affrontare, secondo quanto dichiarato da Sereni, il nodo della proprietà del marchio Oro Arezzo che è della Camera di Commercio che finora lo ha dat in gestione ad Arezzo Fiere, ma il suo destino non è ancora dato sapere.

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