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Alberghi aretini strapieni anche a novembre. Ascom: "Prezzi aumentati e occupazione al 70%"

Dal 2014, quando non c’era l’evento natalizio, incremento a due cifre anche a dicembre e gennaio, con il primo mese dell’anno passato dal 31,1% del 2014 al 44,2% del 2018

Arezzo è finalmente una “città turistica” con un’occupazione alberghiera degna di questa definizione, ovvero superiore al 70%. Almeno per due mesi l’anno, perché negli altri resta purtroppo ancora ampiamente sotto quella soglia. Lo confermano le performance della ricettività negli ultimi fine settimana e la proiezione delle prossime, fino al ponte dell’Epifania. Segno evidente che la scommessa di Arezzo Città del Natale, con il traino forte dei mercatini tirolesi di piazza Grande, organizzati da Confcommercio con il sostegno di Fondazione Arezzo Intour, Camera di Commercio Arezzo-Siena e Banca Valdichiana, hanno di nuovo colpito nel segno.

“Da quattro anni a questa parte, ovvero da quel 2015 in cui è stata lanciata la scommessa degli eventi natalizi, tra novembre e inizio gennaio vediamo segni tangibili di un incremento dell’occupazione alberghiera che in passato nessuno si sarebbe aspettato”, spiega la vicedirettrice della Confcommercio aretina Catiuscia Fei.

“A novembre” precisa dati alla mano la responsabile dell’area turismo di Confcommercio Arezzo Laura Lodone, “pur orfani dei partecipanti al Forum Risk che era di casa all’Arezzo Fiere, gli hotel hanno visto salire l’occupazione media dal 44% del 2014 (anno precedente all’avvio di Arezzo Città del Natale) al 60% del 2018. Quest’anno,  anche grazie alla concomitanza dell’assemblea Anci e dei concorsi al centro affari, probabilmente a novembre si è superato  il tetto del 70%”.

Con l’occupazione sale anche il costo medio a camera: “si potrebbero arrivare ad oltre 70 euro, Iva esclusa, con un incremento compreso fra le 3 e le 5 euro a camera. Questo significa che la gente è disposta a pagare di più per venire ad Arezzo, insomma salgono le quotazioni della nostra città”, chiarisce Laura Lodone.

“A dicembre ci sono tutte le premesse perché si mantenga l'occupazione media intorno al 50% su base mensile. Peccato che il calendario di quest’anno abbia praticamente cancellato gli effetti solitamente benefici del ponte dell’Immacolata, visto che l’8 dicembre cade di domenica. La scommessa è anche sul fine settimana del 21-22 dicembre, l’ultimo prima di Natale. Poi ci sarà la solita calma nei giorni del 24, 25 e 26, visto che gli italiani notoriamente preferiscono trascorrere le feste in famiglia, e una ripresa per San Silvestro. Il quadro complessivo, quindi, dovrebbe restare più che positivo. E chissà che l’occupazione alberghiera non aumenti anche a gennaio, già passato dal 31,1% del 2014 al 44,2% dello scorso anno.

“Questi dati in crescita costante ci fanno capire che Arezzo ha scoperto in maniera più incisiva del passato la sua vocazione turistica e per gli operatori del settore ricettivo si è finalmente accesa la luce in fondo al tunnel”, sottolinea la responsabile del turismo per la Confcommercio. “Resta però il fatto che l’occupazione alberghiera aretina supera il 60% solo per 8 mesi l'anno, la soglia che la letteratura scientifica assegna al pareggio dei costi, con una tariffa media di 70 euro su base annua. Per fare un confronto, nei 3 e 4 stelle di Firenze l’occupazione annua è dell’85% e il prezzo medio è di 128,37 euro a camera. Paragonare Arezzo e Firenze non è di sicuro “leale”, ma il problema è che nelle due città il costo del lavoro, le imposizioni fiscali, le imposte locali, il costo dell’energia e di qualsiasi altro approvvigionamento sono identici”.

La soluzione? “Intanto, goderci i buoni risultati di questo periodo, con l’impegno di trovare anche per gli altri mesi il modo per sfruttare le ricadute positive che la Città del Natale porta ad Arezzo, in termini di immagine”, conclude la vicedirettrice della Confcommercio aretina Catiuscia Fei, “un obiettivo per il quale lo strumento della Fondazione Arezzo Intour si rivela assai utile. Questo permetterà agli imprenditori del turismo di poter guardare al futuro con più ottimismo, anche programmando investimenti per lo sviluppo delle proprie strutture”.

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