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Bene il piano Industria 4.0, si dia continuità: servono addetti specializzati, mercati senza barriere e nuovi incentivi

Tutti a favore del Piano Industria 4.0, tutti chiedono il rinnovo degli sgravi fiscali per gli investimenti in innovazione tecnologica, in digitalizzazione. Le voci degli imprenditori aretini che tutti i giorni vivono sul campo l'economia del...

Tutti a favore del Piano Industria 4.0, tutti chiedono il rinnovo degli sgravi fiscali per gli investimenti in innovazione tecnologica, in digitalizzazione. Le voci degli imprenditori aretini che tutti i giorni vivono sul campo l'economia del nostro paese si fanno sentire.

Ognuno intanto ha in testa il concetto di innovazione applicato al settore in cui opera:

"Per me l'innovazione è la creatività che serve a reinventare la propria azienda, i propri servizi, i propri prodotti - spiega Cristina Squarcialupi in base alle esperienze di Unoaerre e di Chimet - negli ultimi anni la filosofia del think different, si è sposata con quella della smart manufacturing, quel sistema che permette di far lavorare in maniera più intelligente e connessa le risorse, portando velocità e flessibilità che sono i fattori di cui le aziende manufatturiere hanno bisogno per recuperare la competitività."

Ci sono molte sfaccettature nel campo dell'innovazione, come afferma Giuseppe Bistoni di Lascaux:

"Per me l'innovazione si basa su quattro pilastri, la tecnologia, le risorse umane, i processi e il mercato. Ovviamente ogni singola azienda non può governare bene tutti e quattro e quindi auspico sempre più che si operi in sinergia tra imprese che hanno punti di forza differenti, distribuiti nei quattro pilastri. Per questo abbracciamo il concetto di open innovation e some imprenditori sogniamo di vivere in un oceano blu fatto di collaborazione, ben lontano dall'oceano rosso fatto dall'agire degli squali della concorrenza."

Il piano Industria 4.0 è stato uno strumento che ha portato le imprese a puntare la propria attenzione sul tema della digitalizzazione, non senza qualche ostacolo.

"Innovazione per noi significa anche fare investimenti in tecnologie moderne e grazie a questa legge, abbiamo avuto benefici economici" ha confermato Egisto Nannini di Ittedi, così la pensa anche Lorenzo Cini di Aec Illuminazione: "E' stato uno strumento decisivo per imprese come la nostra, ci ha permesso di investire in maniera massiccia nello sviluppo dell'azienda".

A questo si aggiungono anche altri aspetti: "Naturalmente anche la parte fiscale del piano industria 4.0 è una parte assolutamente non trascurabile - spiega Albano Bragagni della Tratos - c'è il super ammortamento, perché le aziende vivono della liquidità che generano e quello che si paga in tasse non resta all'imprenditore, anche se devo aggiungere che rispettare la normativa del piano industria 4.0 è molto impegnativo, molto serio, per me lo possono fare solo aziende molto strutturate."

Chiaro il messaggio anche di Paolo Moretti del Gruppo Saima: "Pensi che non avremmo innovato se non ci fosse stata questa iniziativa, le nostre macchine non erano ancora obsolete, però questo ci ha permesso di spingerci a innovare, ad accelerare il processo di innovazione tecnologica della nostra azienda."

Tutti gli intervistati hanno quindi utilizzato gli incentivi del piano, anche se hanno dovuto superare alcuni limiti, da un lato culturali, di chiusura degli imprenditori: "Prevalentemente è un problema culturale, convincere le persone che hanno più a che fare con gli elementi di innovazione non è molto semplice" ha commentato Marco Iannucci di CloudItalia.

"Per un'azienda come la nostra l'ostacolo è stato capire quale delle componenti che noi forniamo ai nostri clienti potesse rientrare nei parametri del piano delle agevolazioni" ha spiegato Francesco Marcantoni di Esimple, che ha aggiunto anche: "la necessità di trovare figure specializzate in innovazione, giovani che escono dalle scuole superiori con la mente aperta e la voglia di entrare in questo mondo, lavoriamo al fianco degli istituti, ma non è sempre facile reperire le risorse umane."

"Abbiamo bisogno sempre più di risorse tecniche - conferma Daniele Conti di Seco - abbiamo bisogno che qualcuno mandi questo messaggio ai giovani perché oggi tendenzialmente non è facile portarli a studi di tipo tecnologico."

Un problema sentito anche in Valtiberina, in un campo totalmente diverso come quello della farmaceutica di Aboca, come spiega Valentino Mercati: "Abbiamo bisogno di opinion leader che collaborino con noi per lo sviluppo dell'azienda."

E di cosa hanno bisogno le aziende adesso? Di conferme, di continuità. "Tutti gli strumenti che possono essere utilizzati per far crescere un'azienda devono continuare" secondo gli imprenditori sentiti. La sfida è di andare verso l'industria 5.0, con mercati sempre più grandi di riferimento, senza barriere, una governance adeguata alla velocità del cambiamento e una semplificazione normativa che la incentivi. Perché la crescita del paese si basa sullo stato di salute delle piccole e medie imprese.

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