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ABB Power One: lavoratori a braccia incrociate. Fiom Cgil: "Non possiamo rassegnarci al declino"

Due ore di sciopero per chiedere la costituzione di un tavolo di trattativa dove parlare del futuro dei lavoratori e dell'azienda. Continua ancora lo stato di agitazione per i dipendenti della ABB Power One di Terranuova Bracciolini. Già nei...

Due ore di sciopero per chiedere la costituzione di un tavolo di trattativa dove parlare del futuro dei lavoratori e dell'azienda.

Continua ancora lo stato di agitazione per i dipendenti della ABB Power One di Terranuova Bracciolini. Già nei mesi passati i dipendenti dell'impresa operante nel settore delle energie rinnovabili, erano scesi in piazza per chiedere rassicurazioni sull'andamento aziendale e sulle ragioni riguardanti le contrazioni registrate all'interno della ditta.

"A distanza di alcuni mesi dall’ultima iniziativa di sciopero, grazie alla quale portammo l’azienda a discutere delle misure da adottare per risollevare le sorti dello stabilimento di Terranuova - fanno sapere dalla Fiom Cgil di Arezzo - ancora manca la condizione essenziale per dare corpo a qualsiasi iniziativa di miglioramento, vale a dire le commesse, il lavoro, i pezzi da produrre. Il mercato del fotovoltaico cresce a livello globale, mentre noi stiamo regredendo, in questo contesto non si capisce il ruolo di ABB, che non sembra interessata a vendere i nostri prodotti. Noi siamo fortemente preoccupati. La direzione minimizza, pensa di gestire la situazione con lo smaltimento delle ferie residue e le chiusure collettive da qui a Dicembre, ma per il nuovo anno non garantisce la tenuta occupazionale".

Per questi motivi la RSU ha proclamato due ore di sciopero per la giornata di oggi.

"La mobilitazione dei lavoratori dello stabilimento del Valdarno - ha sottolineato Alessandro Tracchi segretario generale Fiom Arezzo - ha come obbiettivo la conquista di un tavolo di trattativa nel quale poter pretendere impegni precisi da parte della Direzione. Non possiamo rassegnarci al declino, tantomeno a una lenta agonia”.

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