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Suicide Squad - voto 6/10

Quando anche i cattivi, al cinema, non sanno più essere cattivi. L’Universo esteso DC, dopo Batman v Superman, cerca con difficoltà di prendere forma al buio della sala laddove quello della Marvel ormai da anni, con alti e bassi, pare esserci...

Quando anche i cattivi, al cinema, non sanno più essere cattivi.

L’Universo esteso DC, dopo Batman v Superman, cerca con difficoltà di prendere forma al buio della sala laddove quello della Marvel ormai da anni, con alti e bassi, pare esserci riuscita.

Con Suicide Squad, almeno sulla carta, la posta in gioco era molto alta, tanto che i primi trailer trapelati in rete lasciarono ben sperare: dei cattivi fino al midollo che si univano per formare una squadra. Praticamente Quella Sporca Dozzina in chiave DC Comics.

Nel frattempo però la Marvel ha fatto uscire nelle sale di mezzo mondo quella magnifica sorpresa politicamente scorretta piena di eccessi, di follia e di ironia, che risponde al nome di Deadpool.

Il film di Tim Miller è stato un successo che in molti non si aspettavano tanto da alzare l’asticella “del consentito” all’interno dei cinecomics in maniera piuttosto drastica: più violenza, più ironia adulta e personaggi dalla dubbia etica morale.

Com’è quindi questo Suicede Squad post Deadpool?

Sicuramente deludente.

I super cattivi che tanto ci avevano sbandierato a suon di roboanti trailer, in realtà si dimostrano un gruppo di criminali bellocci spediti in una missione poco chiara in cui la cosa più cattiva che riescono a fare è uccidere qualcuno che risulta essere più cattivo di loro.

Con queste premesse Suicide Squad non rientra sicuramente tra i film più riusciti, anche del passato, all’interno dell’Universo DC, ma non mi sento nemmeno di stroncarlo nella maniera più assoluta, e vi spiego il perchè.

I limiti e le difficoltà nate in fase produttiva e post produttiva sono evidenti.

Uno dei problemi principali della pellicola è la sceneggiatura fortemente altalenante curata dallo stesso regista David Ayer.

Si alternano infatti momenti ben scritti, come alcuni dialoghi botta e risposta tra i protagonisti, ad altri, quando l’azione entra nel vivo, privi di mordente, al punto che la missione suicida in cui il manipolo di cattivoni viene spedito perde d’interesse minuto dopo minuto.

La regia poi non sembra migliorare questa situazione mutevole ed inconsistente che permea tutto il film.

David Ayer ha dimostarto di essere un bravo regista in più occasioni, lo ha fatto con il suo debutto dietro la macchina da presa nel 2005, Harsh Times, e ancora con il suo penultimo film Fury, ma qui, nel gestire eroi e super cattivi, pare che qualcosa non abbia funzionato.

Si perde in una prima parte ben diretta ma eccessivamente prolissa in cui vengono introdotti i vari cattivi, soffermandosi principalmente su i due veri protagonisti: Deadshot (Will Smith) e Harley Quinn (Margot Robbie).

La colonna sonora in queste fasi è pazzesca (roba che una buona parte del budget se ne è andato per pagare i diritti), dai The White Stripes ai Creedence Clearwater Revival, da Skrillex fino ad Eminem e tanti altri, per poi passare però ad una soundtrack originale decisamente dimenticabile.

Risulta sicuramente interessante vedere il lato “buono” dei cattivi, d’altra parte pure loro hanno famiglia, ma qui alla fine della fiera i cattivi non ci sono proprio, se non nella figura dell’agente governativo Amanda Waller (Viola Davis), vero villain della storia antipatica e detestabile, dimostrando che il male si nasconde ancora una volta dietro chi amministra un paese.

Smith, che non può in alcun modo macchiare la sua immagine da padre di famiglia d’America, trasforma il suo Deadshot, che dovrebbe essere il più letale dei killer, in un padre amorevole capace di lasciarsi sfuggire l’occasione di uccidere Batman solo perchè la figlia gli chiede di non farlo, in una delle scene meno riuscite di tutta la pellicola.

In questo modo il film risulta ruffiano e costruito per attirare più pubblico possibile, anche di giovanissimi, con il risultato di uno tono generale mai provocatorio, come invece ci avevano fatto credere prima della sua uscita. Viene enfatizzata in ogni modo questa decantata e supposta cattiveria che si dimostra invece relegata ad una semplice didascalia.

Il cast, a livello recitativo, funziona un pò tutto, anche quelli a cui sono stati affidati ruoli meno abbozzati.

Come già accennato Will Smith e Margot Robbie sono quelli a cui viene dedicato più tempo.

Il primo gigioneggia in un ruolo che è sempre stato il suo, tra battute e scene d’azione, la seconda, bellissima e sexy, si diverte un mondo a fare la pazza.

Come sempre però, quando si parla dell’Universo DC, il ruolo più ambito ma anche quello che più di tutti viene commentato, confrontato ed eviscerato in ogni sua parte, è quello del Jocker, qui portato sul grande schermo da un sempre più trasformista Jared Leto.

Il suo sarebbe anche un Joker accattivante dal punto di vista estetico, ma purtroppo le pochissime scene in cui è confinato (causa anche numerosi tagli) e la recitazione sempre sopra le righe di Leto, consegnano una Joker piatto, monodimensionale e privo di quello spessore che un personaggio di questo calibro richiederebbe.

Appare e scompare all’interno degli avvenimenti quasi senza un reale motivo, se escludioamo la folle storia d’amore tra lui ed Harley Quinn, storia che tra l’altro sarebbe stato interessante vedere più approfondita.

Ma allora perchè Suicide Squad non è completamente un brutto film?

Proprio per questo suo essere cinema imperfetto e sconclusionato.

Alla fine non si riesce a non volergli bene. La storia spesso non funziona, i cattivi finiscono per essere i buoni, i momenti comici si alternano ad altri più drammatici come se niente fosse, quello che dovrebbe essere il villain finale (una sorta di divinità mossa da un non ben precisato odio recondito verso l’umanità) si risolve in un tripudio di pessima CGI, finanche ad un montaggio che vede sequenze montate alla perfezione ed altre che non hanno alcun senso messe lì probabilmente all’ultimo minuto. In sostanza un film che porta la firma di David Ayer ma che molto probabilmente gli è stato strappato di mano per esigenze produttive, trasformandolo in una strana creatura, ibrida e monca, difficile da odiare o amare completamente, e che porta alla luce la trasformazione che un certo tipo di cinema sta vivendo in quest’epoca. Spesso ci troviamo infatti ingiustamente a dover fruire di versioni cinematografiche castrate che lasceranno il compito alle successive uscite in Blu-ray di aggiungere i minuti di pellicola eliminati, le ormai famosissie “versioni estese” o “director’s cut”, come è successo proprio all’ultimo Batman v Superman con i suoi ben trenta minuti in più di film. Un tendenza se vogliamo anche poco rispettosa nei confronti di noi spettatori paganti che entrati al cinema ci aspettiamo, giustamente, di vedere il film nella sua forma completa. Purtroppo questo è un brutto vizio che pare dilagare un pò ovunque, già da tempo infatti nel campo videoludico molti giochi escono ancora affetti da numerosi problemi, trasformando i primi compratori in veri e propri beta tester. Cercando di non entrare troppo in merito a certi scomodi argomenti, per i quali sarebbe necessaria una doverosa argomentazione a parte, Suicide Squad incastra in circa 130 minuti di durata situazioni esteticamente azzeccate e dal ritmo serrato (come la prima trasformazione di June Moone nell’Incantatrice), ad altre decisamente fiacche ed imbarazzanti (flashback, spiegoni vari e lo scontro finale). Proprio quando sembra darti tutte le ragioni per non piacerti, ci mette dentro qualcosa che ti fa cambiare idea, in un’alternarsi senza soluzione di continuità dall’inizio alla fine. Non c’è ombra di dubbio che se non avete digerito neppure i cinecomics migliori, come Deadpool o I Guardiani della Galassia, questo non sia il film che fa per voi, per tutti gli altri, nonostante gli evidenti disastri, il consiglio è di dargli una possibilità, nella speranza che questo Universo esteso DC possa prima o poi trovare maggior equilibrio. Voto: 6/10 Suicide Squad (USA, 2016) Regia: David Ayer Sceneggiatura: David Ayer Cast: Jared Leto, Ben Affleck, Will Smith, Margot Robbie, Joel Kinnaman, Jai Courtney, Adam Beach, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Jay Hernandez, Karen Fukuhara, Scott Eastwood, Cara Delevingne, Viola Davis, Common, Jim Parrack, Ike Barinholtz e Corina Calderon.

Film al cinema

Il drago invisibile 6.5/10

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