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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lettori Selvaggi

Lettori Selvaggi

A cura di Elena Giacomin

laureata in Lettere e filosofia, indirizzo Storia dell’arte, si occupa dal 2006 di progetti interculturali e di educazione alla cittadinanza rivolti a bambini e ragazzi in collaborazione con associazioni, scuole ed enti pubblici. Nel 2013, assieme ad Anna e Barbara, ha aperto ad Arezzo la libreria specializzata per bambini e ragazzi La Casa sull’albero, di cui coordina i progetti formativi e di promozione alla lettura

Lettori Selvaggi Centro Storico / Via San Francesco

Ridere come gli uomini. Due fratelli, il cane Wolf e il viaggio verso la libertà, un libro per raccontare la Shoah

#LettoriSelvaggi è una rubrica sui libri per i più piccoli curata da Elena Giacomin, libreria La casa sull’Albero

Ridere come gli uomini, Fabrizio Altieri, Il battello a vapore

Ci apprestiamo a celebrare, il prossimo 27 gennaio, la giornata della memoria attraverso cerimonie, iniziative, incontri e momenti collettivi di narrazione e di riflessione organizzati dentro e fuori le scuole. “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

Sono tante in questo periodo le occasioni a disposizione dei ragazzi per entrare in connessione con la memoria storica, prolificano le storie che spesso entrano ed escono dai libri per incontrare altri linguaggi espressivi.

Ad esempio, varie emittenti televisive hanno studiato dei palinsesti appositi per questa settimana e leggiamo con grande piacere che sabato 27 gennaio alle 21 su Sky andrà in onda Tutto davanti a questi occhi, una produzione realizzata e diretta da Walter Veltroni, incentrata su Sami Modiano, autore di Per questo ho vissuto: La mia vita ad Auschwitz-Birkenau e altri esili, Rizzoli.

Al cinema ci sarà, invece, la possibilità di vedere Un sacchetto di biglie, diretto da Christian Duguay e tratto dal romanzo autobiografico di Joseph Joffo, pubblicato per la prima volta nel 1973, edito in Italia sempre da Rizzoli.

Tra i tanti (forse troppi) libri che popolano gli scaffali in questo periodo abbiamo deciso di presentare Ridere come gli uomini, di Fabrizio Altieri, ultima uscita della collana Vortici de Il battello a vapore.

Il romanzo è ambientato in Toscana, nel pisano per la precisione, durante l’occupazione nazista. Due fratelli, Francesco e Donata, dopo aver trovato i genitori impiccati nell’oliveto del loro podere, iniziano un viaggio molto difficile per raggiungere la foce dell’Arno e i territori liberati. Passano attraverso le cave di marmo, entrano in contatto con i partigiani, dormono sotto le stelle e a Chiatri nella casa di Giacomo Puccini, hanno notizia della strage di Sant’Anna di Stazzema, vedono i dromedari di San Rossore. Sono accompagnati nella loro fuga da Wolf, un cane addestrato dalle SS, che appena ha potuto è scappato dai “padroni neri” che lo hanno addestrato ad essere aggressivo e violento. Tutti hanno paura di lui, nessuno lo vuole accanto, fatta eccezione per Donata, che ha uno sguardo diverso e “insieme agli occhi a mandorla, ha dentro quella particolarità impossibile da trovare in altri, ancor più in quei tempi orribili: lei è incapace di odiare”. Donata ha la sindrome di down e per i nazisti è una untermensch, una creatura subumana da sterminare al pari di ebrei, rom ed omosessuali.

La vicenda del libro è raccontata dalla voce di Francesco e da quella di Wolf, di cui veniamo a sapere il tragico passato, da quando è stato strappato alla madre e ai fratelli, a quando, suo malgrado, si è trovato a compiere terribili atrocità. “Scoprii che gli uomini mettevano in gabbia altri uomini. Li tenevano lì ma non si capiva il motivo. I prigionieri non sembravano pericolosi, molti erano esemplari vecchi, femmine e cuccioli. Il padrone nero mi insegnò ad obbedire a lui qualunque cosa volesse e a tenere a bada gli umani da mettere in gabbia. Mi addestrò a sentire l’odore di quegli uomini, a seguirne le tracce e da subito capì che ero bravo a farlo”.

Fabrizio Altieri vive a Pisa, è un insegnante e con L’uomo del treno, sempre edito da Il battello a vapore, si era già occupato di questi temi. Nella nota conclusiva è lui stesso a rivelarci l’ispirazione per questa storia, L’occhio del lupo di Pennac, le immagini di colonne di ebrei tenuti a bada da soldati con cani lupi, le persecuzioni meno conosciute nei confronti dei disabili. Il tutto concorre a costruire un romanzo storico ed avventuroso che ci aiuta a ricordare l’orrore della guerra, “un sole cattivo che faceva deserto nel cuore delle persone”.

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