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Ricordo di Pio Borri, primo martire della Resistenza aretina

Timido e introverso, come lo ricordava l'avvocato Luigi Valentini, studente del liceo classico di Arezzo, non parlava mai di politica, indossava spessi occhiali e amava starsene in solitudine. Decorato con la medaglia d'argento al valor militare...

Timido e introverso, come lo ricordava l'avvocato Luigi Valentini, studente del liceo classico di Arezzo, non parlava mai di politica, indossava spessi occhiali e amava starsene in solitudine. Decorato con la medaglia d'argento al valor militare, perse la vita a soli vent'anni.

Ferito mentre stava portando viveri con un autocarro in Casentino; stava scaricando la farina con due ragazzi che lo accompagnavano,; i tre subirono un'imboscata. Secondo Valentini, Pio Borri sparò e le truppe fasciste risposero al fuoco. Fu ferito e trasportato in una abitazione dove fu lasciato morire dissanguato. Il suo corpo fu trasportato ad Arezzo il 12 novembre e deposto nella cappella della Misericordia vegliato solo dalla madre per la sorveglianza delle truppe nazi fasciste. Come ricorda Droandi il 14 novembre 1943 furono fatti stampare volantini distribuiti in tutta la città che riportavano la scritta " Aretini, Pio Borri e' stato assassinato a Stia. studenti, operai; vendichiamolo. W l'Italia".

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