rotate-mobile
Cultura

Recensione La La Land - Voto 8/10

“Il Jazz è morto” si dirà, ma non per Damien Chazelle che dopo il sorprendente Whiplash, caso cinematografico del 2014 con 5 nomination agli Oscar, di cui 3 vinti, porta in sala La La Land, film d'apertura della 73esima edizione della Mostra...

“Il Jazz è morto” si dirà, ma non per Damien Chazelle che dopo il sorprendente Whiplash, caso cinematografico del 2014 con 5 nomination agli Oscar, di cui 3 vinti, porta in sala La La Land, film d'apertura della 73esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e progetto che il regista cullava da alcuni anni.

Dopo l’esordio con il semisconosciuto Guy and Madeline on a Park Bench (2009), nessuno avrebbe prodotto al poco più che ventiquattrenne Chazelle un musical di questo tipo, il successo di Whiplash, che ha messo d’accordo pubblico e critica, gli ha spianato la strada.

La La Land è senza alcun dubbio il film del momento, quello che tutti, ma proprio tutti, vogliono assolutamente vedere. Dopo aver vinto ben 7 Golden Globe e aver ricevuto 14 nomination ai prossimi Oscar, il film ha la “colpa” di essere diventato troppo popolare, e come spesso accade a certe pellicole, diventa difficile decifrare le opinioni di chi l’ha visto: tra chi spara a zero semplicemente per farsi notare andando contro corrente e chi invece lo ha veramente apprezzato senza lasciarsi condizionare dall’eccessiva pubblicità e notorietà di cui il film ha goduto.

Evitando di indugiare oltre con eccessivi giri di parole a me il film è piaciuto.

Cerchiamo adesso di capire il perchè.

Il film si apre con la macchina da presa che scorre su di una assolata e trafficata strada losangelina tra un’auto e l’altra ferme in coda. Da ogni auto esce della musica, ogni musica è un genere diverso che si mescola con quello precedente in una sorta di mixaggio tra pezzi musicali e clacson.

Un attimo dopo tutti escono dalle proprie auto ed iniziano a cantare e ballare in una coreografia splendidamente seguita da un sinuoso piano sequenza.

Ed è qui che facciamo la conoscenza dei due protagonisti: Sebastian (Ryan Gosling), un pianista di talento amante del jazz costretto a suonare musichette ridicole in localetti per due spicci e Mia (Emma Stone), aspirante attrice rimbalzata da un provino all’altro mentre serve caffè a cornetti senza glutine nel bar degli studios Warner.

I due, incontratisi casualmente più di una volta, finiranno per innamorarsi e per essere l’uno la spinta emotiva dell’altro necessaria a perseguire e realizzare i propri sogni.

Come accaduto per altri film recenti ambientati all’interno degli studios di Hollywood, è sempre interessante guardare il cinema che mostra e parla di sé stesso, a volte ricordando i fasti di un tempo con fare nostalgico, e a volte con occhio critico nei confronti di un mondo spesso falso e spietato.

Quel metacinema che tanto piace a noi appassionati in cui un’attrice, in questo caso Emma Stone, interpreta un’attrice che interpreta un’attrice.

Il film di Damien Chazelle è questo e molto altro.

Potremmo dire, con le giuste proporzioni, che il regista con La La Land, reinventando in chiave moderna il musical, un genere perduto da tempo, ha fatto quello che Tarantino ha realizzato con Django Unchained e The Hateful Eight per il western.

Non solo un’operazione ad “effetto nostalgia”, Chazelle si domanda principalmente se un impianto cinematografico del passato, rivisitato con una forma ed un linguaggio più moderni, possa funzionare anche oggi.

Siamo in grado ancora di emozionarci e sognare con una storia semplice fatta di colori, musiche e balli come accadeva proprio durante l’epoca d’oro di Hollywood?

Sicuramente si se usciti dalla sala, come me, avrete voglia di cantare almeno uno dei pezzi appena ascoltati.

Un film destinato ad una fetta di pubblico decisamente ampia, capace di meravigliare sia lo spettatore più avvezzo ad un certo tipo di cinema - quello a suo agio con musical e storie romantiche che necessitano del tempo per nascere - sia quello più giovane generalmente abituato ad altro.

Basti pensare che qui il primo bacio tra i due arriva dopo numerosi appuntamenti ed “incidenti” di percorso che ne rimandano il momento.

Splendidi i due protagonisti Ryan Gosling ed Emma Stone.

Senza necessariamente paragonarli a Gene Kelly e Debbie Reynolds, nonostante Chazelle abbia più e più volte dichiarato di essersi ispirato a Cantando sotto la pioggia, entrambi sono a loro agio con le coreografie create da Mandy Moore.

Gosling, dopo la stupefacente prova da slapstick comedy in The Nice Guys, si dimostra ancora una volta un meraviglioso attore costantemente in crescita.

Non ci troviamo di fronte a due perfetti ballerini ma tutto è realizzato con armonia a cominciare dai sinuosi movimenti di macchina e dal montaggio non più ossessivo come quello visto in Whiplash.

Con tanto di omaggio alla spettacolarità del Cinemascope e del Technicolor degli anni ‘50, la fotografia di Linus Sandgren ha il sapore delle vecchie pellicole e contribuisce a rendere la città di Los Angeles altra grande protagonista del film.

A chiudere il cerchio le canzoni scritte e musicate da Justin Hurwitz, amico e compagno di stanza del regista ai tempi del liceo e suo sodale collaboratore.

Chazelle, autore anche della bellissima sceneggiatura, è stata insomma capace di un mezzo miracolo.

Se è vero che tutta la prima parte funziona a meraviglia rispetto ad una seconda in cui il ritmo un pò si perde, è anche vero che riuscire in un'impresa del genere - svecchiare il musical al cinema - non era cosa facile.

Non mancano quindi momenti di grande cinema, come il finale o quello in cui il regista è riuscito ad inserire in mezzo alla storia pure il classico Gioventù Bruciata e utilizzare l’iconico osservatorio Griffith, presente in molte scene significative del film con James Dean, come snodo importante nell’evoluzione della storia tra Sebastian e Mia.

Qualcuno non mancherà di puntualizzare come spesso Chazelle parli della musica jazz per luoghi comuni. Un compromesso forse necessario per un film di ampio respiro come La La Land, tanto più che il regista dopo il precedente Whiplash, appassionato ed appassionante racconto nato proprio dal sudore e dalla fatica per il jazz, non aveva di certo da dimostrare niente a nessuno.

In conclusione, se a volte desiderate lasciarvi trasportare da una storia semplice che riesca a farvi sognare come nell’epoca delle grandi stelle del cinema, ma anche riflettere su quanto inseguire le proprie aspirazioni comporti spesso un prezzo da pagare, questo è il film che fa per voi.

Voto: 8/10

La La Land (Usa, 2016, musical)

Regia: Damien Chazelle

Sceneggiatura: Damien Chazelle

Cast: Emma Stone, Ryan Gosling, J. K. Simmons, Finn Wittrock, Sonoya Mizuno, Hemky Madera, Ana Flavia Gavlak, John Legend, Callie Hernandez

Film al Cinema

Split 7/10

Fallen 4/10

Evento Speciale

Suspira (restaurato in 4k per i suoi 40 anni) 9/10

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Recensione La La Land - Voto 8/10

ArezzoNotizie è in caricamento