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Il premio Tagete per la narrativa ad Andrea Scanzi

E' il giornalista del Fatto quotidiano Andrea Scanzi ad aggiudicarsi il premio letterario Tagete 2017 promosso dall'omonima associazione di scrittori aretini presieduta da Nicola Caldarone e giunto alla 19esima edizione, dedicata alla figura del...

E' il giornalista del Fatto quotidiano Andrea Scanzi ad aggiudicarsi il premio letterario Tagete 2017 promosso dall'omonima associazione di scrittori aretini presieduta da Nicola Caldarone e giunto alla 19esima edizione, dedicata alla figura del matematico e filosofo Luca Pacioli.

La premiazione si è svolta ieri sera nella Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo: Scanzi, penna del Fatto ma anche saggista e romanziere, si è classificato al primo posto della sezione narrativa con il suo ultimo romanzo "I migliori di noi", pubblicato da Rizzoli, le cui vicende sono ambientate nella sua Arezzo.

Tra gli altri vincitori delle principali sezioni ci sono Dimitri Milleri per la poesia edita con "Frammenti fragili" e Giuseppe Barbini per la saggistica con "le ragioni della disuguaglianza". Ai primi classificati è andata la statuetta di bronzo raffigurate il Tagete, realizzata da Vittorio Angini. Il Premio opera omnia è stato assegnato a Mario Gori.

È una grande gioia, e onestamente non me l’aspettavo. Ero stato informato due settimane fa di essere nella terzina - spiega sorridendo Scanzi - ma credevo di arrivare secondo o terzo. Non brillo mai in ottimismo. È stata una sorpresa davvero bella, la Sala dei Grandi era piena e ho avvertito tanto affetto. Conosco bene il Premio Tagete: proprio quando nacque una ventina d’anni fa, facevo l’università e in un bar in zona Giotto, il “Pinguino”, incontrai uno dei fondatori. Ero con degli amici e il signore, sapendo che facevamo Lettere e Lingue, ci esortò a iscriversi. Non l’ho mai fatto, salvo quest’anno. Evidentemente era scritto. “I migliori di noi” è dedicato all’amicizia e ad Arezzo: avere vinto il premio letterario più importante di Arezzo è davvero la chiusura perfetta del cerchio. La mia città mi sta viziando: praticamente mi sta insignendo di ogni premio possibile. Troppo buoni. A questo punto chiedo al sindaco Ghinelli di pensare a una bella statua equestre, che mi rappresenti degnamente, nel centro esatto di Piazza Grande: una cosa sobria, ecco.

Scherzi a parte: grazie a tutti. È un grande onore. E un grande piacere.

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