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Ofelia voleva soltanto nuotare al Premio Pieve

Ofelia voleva soltanto nuotare non è semplicemente una mostra fotografica, ma un progetto espositivo internazionale che vuole indagare – attraverso lo sguardo dell’artista Samuel Webster e l’analisi della criminologa Mariantonietta Anania – la...

Ofelia voleva soltanto nuotare non è semplicemente una mostra fotografica, ma un progetto espositivo internazionale che vuole indagare – attraverso lo sguardo dell’artista Samuel Webster e l’analisi della criminologa Mariantonietta Anania – la cultura che gravita intorno all’immagine della donna e al fenomeno della violenza di genere. Ofelia voleva soltanto nuotare è una collezione di 22 ritratti – che si potranno ammirare dal 16 al 18 settembre a Pieve Santo Stefano durante la XXXII edizione del Premio Pieve Saverio Tutino -, che raccontano 11 storie in 33 panelli, realizzati per celebrare le preziose vite di esseri innocenti. È una rappresentazione di piccoli momenti di femminilità, semplici, universali e irripetibili. Donne di ogni età, nazionalità ed estrazione sociale; donne creative, donne che lavorano, studiano; donne animate da sogni. Ofelia è la vittima e allo stesso tempo il risveglio delle nostre coscienze. Ofelia voleva soltanto nuotare è l’immagine di una visione artistica che non può prescindere dai fatti della nostra realtà, sempre più nera. È la bellezza che spalanca gli occhi e ci aiuta a vedere. È il simbolo della femminilità negata, violata. È insieme mito e realtà. È la storia vera di Melania, giovane madre uccisa brutalmente in un boschetto dal marito; la storia di Fabiana, data alle fiamme dal fidanzatino geloso a soli quindici anni; la storia di Carla, uccisa dal marito dopo cinquantaquattro anni di soprusi e matrimonio. Ofelia voleva soltanto nuotare è una mostra itinerante internazionale, un evento culturale spartiacque mai realizzato prima nel nostro Paese. È l’inaugurarsi di un nuovo metodo con cui si vuole affrontare il fenomeno della violenza di genere in Italia come in Europa, Stati Uniti e Australia.

“L’Archivio dei Diari è il luogo perfetto per ospitare la nostra Ofelia – dichiara l’artista Samuel Webster – perché da sempre fa quello che abbiamo provato a fare noi nella nostra mostra: allunga le vite di persone che non ci sono più, raccontandone le storie da protagoniste del nostro tempo per ricostruire una storia comune, corale. Io e Mariantonietta siamo orgogliosi di poter esporre il frutto delle nostre ricerche scientifiche e artistiche al Premio Pieve. Abbiamo sentito forte la responsabilità di condividere le storie delle donne italiane che negli ultimi anni sono rimaste vittime per mano di uomini assassini. Per cambiare il modo in cui pensiamo i diritti e ci rapportiamo alle donne. Questo è il nostro obiettivo più importante. Come l’Archivio protegge migliaia di pagine scritte a mano, noi raccontiamo queste storie, riconosciamo il mondo in cui viviamo e creiamo la forza di cambiarlo”.

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