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Marcia su Roma: "Guerra psicologica che creò la sensazione di collasso dello stato"

Con il film “La marcia su Roma” del 1962, Dino Risi descrive quella che fu la manifestazione che il 28 ottobre del 1922 vide marciare più di 25.000 che indossavano la camicia nera che poi diventerà uno dei simboli del Regime Fascista. Con la...

Con il film “La marcia su Roma” del 1962, Dino Risi descrive quella che fu la manifestazione che il 28 ottobre del 1922 vide marciare più di 25.000 che indossavano la camicia nera che poi diventerà uno dei simboli del Regime Fascista. Con la manifestazione si richiedeva di affidare a Benito Mussolini l’incarico di formare il nuovo Governo, incarico affidatogli da Vittorio Emanuele III due giorni dopo.

Il 24 ottobre, dobbiamo ricordare che ci fu “la grande adunata” di Napoli durante la quale Mussolini annunciò quella che definì l’azione risolutiva per assumere il comando del Governo italiano. Uffici postali, ferrovie furono occupati dalla milizia e il quartier generale delle operazioni fu posto a Perugia dove si trovavano, tra gli altri, Balbo, Bianchi, De Bono e De Vecchi. Come ricorda Marco Palla nei suoi studi “la vera marcia su Roma delle colonne fasciste non esistette affatto come manovra militare effettiva, ma fu un esempio di guerra psicologica, che creò un’atmosfera e una sensazione di collasso generale dello Stato”.

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