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Le due Minerve di Arezzo tagliano il nastro del museo e della fiera dell'oro

E’ il simbolo della forza, della costanza, della saggezza, protettrice degli artigiani e dell’ingegno.Impassibile accoglie gli aretini all’ingresso del Palazzo di Fraternita e osserva dall’alto la città. E’ la Minerva l’oggetto delle attenzioni...

E’ il simbolo della forza, della costanza, della saggezza, protettrice degli artigiani e dell’ingegno.Impassibile accoglie gli aretini all’ingresso del Palazzo di Fraternita e osserva dall’alto la città.

E’ la Minerva l’oggetto delle attenzioni da parte dei restauratori che da qualche giorno sono al lavoro sul dipinto ad olio su muro che si trova all’ingresso dell’edificio di piazza Grande.

Un’immagine simbolo che accoglierà il ritorno in città dell’antica statua bronzea che venne a sua volta ritrovata nel 1541 nello scavare un pozzo nella parte alta della città, presso la chiesa di San Lorenzo.

Il grande bronzo passò nel 1551 nelle collezioni di antichità di Cosimo I de’ Medici; dal 1559 Minerva, dea della guerra e della sapienza, decorò lo Scrittoio del duca. Nel 1782 l’Antiquario delle Gallerie Luigi Lanzi la espone con gli altri tre bronzi maggiori delle raccolte fiorentine - la Chimera, l’Arringatore e l’Idolino - nel “Corridore di Mezzogiorno” della Galleria degli Uffizi, dove rimase fino al 1890 quando, dopo la creazione del Museo Archeologico Nazionale (allora “Regio Museo Centrale della Civiltà Etrusca”), fu trasferita con essi nell’attuale sede di palazzo della Crocetta. Un ritorno attesissimo e che cadrà in concomitanza con l’apertura dei cancelli di OroArezzo, grande fiera della gioielleria e oreficeria, e con il taglio del nastro del Museo dell’Oro che troverà casa appunto all’interno dei locali della fraternità dei laici. La scheda tecnica della Minerva di Arezzo il bronzo rinvenuto nel 1541

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