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Giostra, pronta la lancia dedicata a Severi. Ghinelli: "Ho chiesto una consegna più decorosa"

Chi con le mani appoggiate al bancone, chi invece incrociate dietro la schiena, chi incrociate davanti. Nessuno dei quattro rettori, ha toccato la lancia d'oro presentata nella sala del consiglio comunale in vista della 130° edizione della Giostra...

Chi con le mani appoggiate al bancone, chi invece incrociate dietro la schiena, chi incrociate davanti. Nessuno dei quattro rettori, ha toccato la lancia d'oro presentata nella sala del consiglio comunale in vista della 130° edizione della Giostra del Saracino.

E' l'ultima opera del maestro Francesco Conti realizzata su bozzetto di Massimiliano Cecconi dedicata a Giovanni Severi nel primo centenario dalla sua morte. Politico, avvocato prese parte anche alla spedizione dei Mille ed all'inizio del 1900 aderì ad alcune logge massoniche tra cui il Grande Oriente d'Italia. La lancia d'oro sapientemente scolpita sul tiglio, riporta in sintesi tutti gli elementi che lo hanno caratterizzato in vita, un codice simbolo della legge, il tricolore italiano e si possono contare almeno 8 simboli massonici come ad esempio il compasso. Al centro predomina il suo busto.

lancia-severi (1)"“Sono particolarmente orgoglioso di presentare questa lancia d'oro - ha detto il sindaco Ghinelli - perché questa 130esima edizione del Saracino è la prima che mi vede coinvolto in tutte le fasi della Giostra. Domani infatti vestirò per la cerimonia dell'estrazione delle carriere. Un'edizione importante, non solo per il traguardo al quale è arrivata la manifestazione, ma anche per l'intitolazione a Giovanni Severi, del quale oggi abbiamo l'onore di avere qui con noi la tris nipote Gabriella. La lancia è molto bella, ci sono tutti i simboli che rappresentano la figura di Severi: cittadino illustre, figura di spicco della politica” - ha detto il sindaco Alessandro Ghinelli, che ha aggiunto - il Saracino è una manifestazione importantissima per la città. E' uno dei tre pilastri sui quali si basa la conoscenza di Arezzo nel mondo, insieme al Polifonico e alla Fiera Antiquaria. Il Saracino vive nelle strade e nelle piazze cittadine tutto l'anno. Rivolgo, quindi, un ringraziamento ai rettori e ai quattro quartieri che mantengono viva in città una manifestazione che ha un significativo valore sociale, e coinvolge, in maniera spontanea, generazioni di aretini”."

Ma a proposito di lancia l'attenzione è tornata sul momento della consegna al vincitore in piazza dalle mani del sindaco a quelle del rettore del quartiere che ha marcato il punteggio più alto.

"Ho chiesto ai rettori che i figuranti abbiano un maggior contegno nel momento della consegna della Giostra, serve assolutamente più decoro anche per evitare spintoni ed ammassamenti nella tribuna dove ci sono gli ospiti invitati alla Giostra - ha ribadito il sindaco Ghinelli - se questo a settembre non avverrà sarà costretto a rivedere drasticamente la cerimonia di consegna della lancia."

Questa la descrizione di Giovanni Severi nella scheda del consulente della Giostra Luca Berti:

"E' nato ad Arezzo il 16 aprile 1843 in un'’agiata famiglia di intellettuali (fu zio del matematico Francesco Severi), prese parte – come garibaldino – alla spedizione dei Mille e alla II e III guerra d’indipendenza. Laureatosi a Pisa, si dedicò alla professione forense come avvocato penalista. Nel 1881 divenne deputato, collocandosi su posizioni radicali e repubblicane e venendo rieletto per altre sei legislature, non consecutive. Nel 1904 fu nominato senatore del Regno, mentre stava volgendosi verso posizioni meno radicali. Ad Arezzo, sedette a lungo nei Consigli comunale e provinciale, divenendo nel 1902 presidente della Società Operaia. Fece anche parte del Comitato promotore della società ginnastica, della Società dei reduci e del Grande Oriente d’Italia. Morì ad Arezzo il 10 febbraio 1915, ricevendo un grandioso funerale in forma civile, a spese del Comune. Il suo monumento funebre, opera dello scultore Pietro Guerri, è tuttora esistente nel cimitero Monumentale di Arezzo. Gli è intitolata una strada di Arezzo nella zona di Staggiano."

"Non è stata una facile realizzazione" ha detto il maestro Conti "sono partito dal centro, dall'impugnatura dell'asta per poi aggiungere tutti gli elementi di spicco di questa complessa personalità aretina. Il legno scelto è il tiglio perché ben si adatta a questo tipo di lavorazione, solo la parte al dì sotto dell'impugnatura è di un legno più leggero usato per evitare che diventasse una lancia troppo pesante."

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