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Cavriglia, per l'anniversario di Santa Berta l'immagine della patrona collocata in Palazzo Comunale

Nella mattinata di lunedì 3 agosto, giorno in cui Cavriglia celebra il proprio Santo Patrono, verrà collocata nel Palazzo Comunale di Viale Principe di Piemonte una riproduzione fotografica della “Madonna in trono con santi”, dipinto custodito...

Nella mattinata di lunedì 3 agosto, giorno in cui Cavriglia celebra il proprio Santo Patrono, verrà collocata nel Palazzo Comunale di Viale Principe di Piemonte una riproduzione fotografica della “Madonna in trono con santi”, dipinto custodito all’interno della Chiesa di Santa Berta di Cavriglia oggetto negli anni scorsi di un importantissimo lavoro di restauro curato da Corrado Celeste e promosso dal Comitato per il Restauro di Santa Berta grazie alla donazione del Dottor Stelvio Innocenti, membro del Comitato.

La “Madonna in trono con santi” (270 x 185) è un dipinto ad olio su otto tavole lignee di pioppo di varie misure. L'opera, risalente al tardo '500, è al momento senza autore anche se sono in corso di delle ricerche per appurare l'effettiva paternità.

Con il collocamento della riproduzione fotografica della tela, curata da Marco Mugnaini, l'Amministrazione Comunale ed il Comitato per il restauro di Santa Berta renderanno omaggio al Santo Patrono del Comune di Cavriglia oltre a far conoscere ai cittadini un'opera d'arte dall'indiscusso valore artistico.

L'iniziativa chiude le celebrazioni del “Bicentenario di Santa Berta”, proclamata patrona del Comune di Cavriglia nel lontano 14 maggio 1814. Santa Berta – La storia: Berta nacque nel 1106 a Vernio da Lotario dei Cadolingi, signore di vasti possedimenti nel contado di Firenze. A 25 anni, era il 1131, lei figlia unica abbandonò ogni ricchezza ed entrò in clausura fra le monache benedettine di Santa Felicita. Una scelta coraggiosa e dura per chi conosce La Regola di San Benedetto. Scelse il monastero, cioè la scuola del servizio del Signore che si basa sull’amore di Dio e del prossimo. Nel 1143 aveva 37 anni quando l’Abate Generale di Vallombrosa le diede un incarico importante: la nominò abbadessa del primo monastero femminile vallombrosano. Lei, una monaca benedettina, che aveva abbracciato la riforma vallombrosana per vivere nell’austerità “una ritrovata e profonda spiritualità”, diveniva maestra e guida di molte consorelle. Il monastero di Cavriglia era povero, ma in breve tempo la povertà divenne estrema privazione e la maggioranza delle monache l’abbandonarono per altri monasteri. Grande fu il dolore dell’abbadessa Berta che rimase con tre monache. Ma i beni del monastero non erano sufficienti neppure a sostenere quella piccola comunità. Così, dopo cinque anni, il monastero fu chiuso e Berta inviata come abbadessa a Mantignano dove vi rimase per 42 anni. A 84 anni, nel 1190, con poche monache tornò come abbadessa nel monastero di Cavriglia e dopo averlo riparato iniziò con gioia la vita regolare anche se vi regnava la più totale povertà. Ben presto si diffuse la notizia del suo ritorno e accorsero numerose giovani e monache attratte da quella vita autenticamente evangelica. Morì dopo sette anni il 6 aprile 1197. Mentre era in vita le consorelle e le popolazioni vicine avevano una speciale venerazione verso di lei. Appena morta fu subito proclamata santa dal popolo e poi dalla Chiesa. Il Comune di Montaio, che allora governava questi luoghi, la scelse come Patrona. Dopo che fu istituito (1809) il Comune di Cavriglia, il 14 maggio 1814 l’assemblea del Consiglio Municipale la elesse sua Patrona.

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