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Gnudi del Casentino: il raviolo senza giubba che voleva fare lo gnocco

Una ricetta semplice ma allo stesso tempo complessa che esalta ingredienti semplici ma mai banali

  • Categoria

    Primo
  • Difficoltà

    Facile
  • Tempo

    60 minuti
  • Dosi

    Sei persone
  • 300 grammi di ricotta di pecora
  • 300 grammi di spinaci o bietole
  • 100 grammi di parmigiano
  • 4 uova
  • noce moscata
  • sale
  • pepe
  • farina q.b.

Procedimento

Bollire le verdure in accqua salata. Scolarle e strizzatele forte fin tanto da fagli perdere il liquido in eccesso e poi tritatele finemente. Una volta raffreddate posatele sulla spianatoia ed iniziate ad impastare con la ricotta, il formaggio, le uova e un poco di farina che servirà a rendere l'impasto omogeneo e sodo. Regolate di sale e pepe e poi grattatevi un po' di noce moscata. Una volta impastati tutti gli ingredienti prendete un cucchiaio da minestra e utilizzatelo per prendere un po' d'impasto, rotolatelo velocemente sulla spianatoia infarinata con il palmo della mano (si consiglia di bagnare le mani in modo da non permettere all'impasto di attaccarsi). Create delle palline grandi quanto una castagna e lasciate sulla spianatoia per 30-40 minuti in modo da lasciarli seccare meglio.

Mettere a bollire l'acqua salata, con l'aggiunta di un cucchiaio di olio, ed immergervi delicatamente gli gnudi. Una volta tornati a galla scolateli con la schiumarola e serviteli con burro fuso e pecorino grattugiato (condimento tipico casentinese) oppure abbinatevi sughi di carne o funghi.

La ricetta

C'è chi li chiama malfatti (i senesi per lo più) e chi invece gli attribuisce il nome di "gnudi". Poco conta l'appellativo più utilizzato e poco conta in quanti tentino di rivendicarne la paternità. Queste perle smeraldo sono una pietanza così delicata e così avvolgente da saziare con pochi bocconi e mettere lo spirito in armonia perfetta con l'universo. Una ricetta tipica della Toscana contadina che, in provincia di Arezzo, trova la sua massima espressione in Casentino. Pochi, semplici e perfetti ingredienti per un piatto umile ma così tanto poetico da suscitare meraviglia e ammirazione. L'impasto è molto simile a quello dei ravioli ma, come indica il nome stesso, sono privi della sfoglia che li ricopre. Classificabili anche nella categoria "gnocchi", gli gnudi sono un tripudio di freschezza e di semplicità.
Ricotta, uova, pecorino, spinaci (o bietole) e poi una spolverata di farina. Questi gli ingredienti da miscelare con l'attenzione e la premura di un alchimista. Più l'equilibrio sarà perfetto e pui gli gnudi saranno goduriosi. 

(ClaFa)

C'è chi li chiama malfatti (i senesi per lo più) e chi invece gli attribuisce il nome di "gnudi". Poco conta l'appellativo più utilizzato e poco conta in quanti tentino di rivendicarne la paternità. Queste perle smeraldo sono una pietanza così delicata e così avvolgente da saziare con pochi bocconi e mettere lo spirito in armonia perfetta con l'universo. Una ricetta tipica della Toscana contadina che, in provincia di Arezzo, trova la sua massima espressione in Casentino. Pochi, semplici e perfetti ingredienti per un piatto umile ma così tanto poetico da suscitare meraviglia e ammirazione. L'impasto è molto simile a quello dei ravioli ma, come indica il nome stesso, sono privi della sfoglia che li ricopre. Classificabili anche nella categoria "gnocchi", gli gnudi sono un tripudio di freschezza e di semplicità.
Ricotta, uova, pecorino, spinaci (o bietole) e poi una spolverata di farina. Questi gli ingredienti da miscelare con l'attenzione e la premura di un alchimista. Più l'equilibrio sarà perfetto e pui gli gnudi saranno goduriosi. 

(ClaFa)

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