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Cronaca

Volontari sul fronte dell'incendio. Il racconto di Gianluca della Racchetta: "Una notte infernale sul Monte Serra"

"Una notte infernale, dove ci siamo messi a difesa di case e famiglie, dove ci siamo visti spuntare le fiamme alte da tutte la parti, dove ho visto una giovane ragazza scoppiare a piangere con le valigie in mano, anziani accerchiati dal fuoco e...

"Una notte infernale, dove ci siamo messi a difesa di case e famiglie, dove ci siamo visti spuntare le fiamme alte da tutte la parti, dove ho visto una giovane ragazza scoppiare a piangere con le valigie in mano, anziani accerchiati dal fuoco e con la macchina bloccata da un albero caduto. Una notte in cui non è stato possibile combattere il fuoco."

Con la divisa antincendi, in uno dei fronti dove ha contribuito allo spegnimento

Gianluca Rossi ha 21 anni, nella prima notte dell'incendio del Monte Serra è partito, con un collega della Racchetta di Arezzo con la quale opera da 4 anni, per aiutare il sistema degli antincendi boschivi della Regione Toscana. Gianluca è giovane, ma ha una grande passione che lo spinge ad aiutare gli altri, da 2 anni è anche volontario presso il corpo dei vigili del fuoco di Sansepolcro e questa sicuramente sarà un'esperienza che si porterà dietro per sempre perché ha vissuto in prima persona le ore più drammatiche dell'incendio più devastante che si è avuto in Toscana almeno negli ultimi 50 anni.

"Siamo arrivati sul Monte Serra intorno all'una e mezzo della prima notte, il vento era troppo forte, non potevano essere portate avanti le operazioni di contrasto alle fiamme che avanzavano velocemente, quindi ci siamo messi al lavoro sul fronte delle evacuazioni. Siamo stati prima di tutto a Montemagno, un paesino del monte Serra che si trova sopra Calci, non so cosa ci sia rimasto in quel posto, perché noi siamo venuti via per ultimi, quando tutti avevano lasciato le case, quando le fiamme dopo averlo accerchiato lo hanno invaso. Abbiamo tentato di fare un po' di controfuoco, ma quasi invano. Qui ho visto tutto, ho visto l'umanità e il dolore andare a braccetto. Prima una coppia d'anziani, uniti da un amore travolgente, che non voleva lasciare la propria casa davanti a un muro di fuoco e poi una giovane ragazza, pochi anni in meno di me, guardarmi e scoppiare a piangere un tutt'uno prima che sparisse con le valige in mano."

E' stata una notte infinita, dove la sensazione di non riuscire a spegnere le fiamme ha messo a dura prova gli uomini sul fronte.

"Quando ci siamo spostati a Caprona eravamo lì a difendere le case, a guardare un po' più da lontano il fronte del fuoco, poi alcune scintille di fuoco sospinte dal vento sono cadute nel campo di sterpaglie sottostante e in pochi attimi si è sprigionato un mega incendio che ha raggiunto gli argini dell'Arno. In un altro momento di evacuazione abbiamo visto le fiamme arrivare dall'alto, tutti gli abitanti hanno capito che dovevano lasciare le case."

Proprio a Calci un'altra situazione vista solo nei film.

"Con altre squadre sul posto siamo riusciti a liberare una famiglia di anziani rimasti bloccati, il fuoco li aveva quasi accerchiati ed erano intrappolati, un albero caduto gli impediva di uscire con la macchina, allora abbiamo superato il fuoco e tagliato il tronco."

Ore e ore di fuoco, fumo e fuligine, sulla pelle e negli occhi. Infine il ritorno a casa, sapendo che ancora la battaglia era tutta da combattere contro il mostro che stava divorando centinaia di ettari sul monte Serra.

"Sta volta c'ho lasciato il cuore, c'ho lasciato l'anima, c' ho lasciato tutto. C'ho lasciato pure le ore di sonno del giorno dopo, con la testa appoggiata al braccio ancora intriso di fuligine, quell'odore acre che alla prima doccia non va via, gli occhi gonfi dal fumo tra quella lacrima dolente che vuole scendere e non scende, la mente che ripensava, voleva pensarci, a quelle ore, quegli attimi stravolgenti, folli, impressionanti fatti di paura, compassione e coraggio. Nella mia giovane carriera non avevo visto, ne sentito niente di simile, forse nei film americani, ma qui non è la California, era solo un piccolo paese di nome Calci ai piedi del Monte Serra." "E' stata la prima volta che sono andato via da un incendio senza che la situazione fosse migliorata, acciaccato, con un occhio bendato per via della polvere e la tosse di chi, di fumo, quella notte ne aveva respirato tanto, ma con la consapevolezza che per quanto forte potesse bruciare il bastardo non l'avrebbe vinta.

Il racconto di uno tra i tanti aretini, volontari e professionisti che in questi giorni si sono alternati sull'immenso fronte del fuoco che ancora non cessa di ardere.

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