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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Vigilante sparito con l'oro: sequestrati pc e telefonini. Nessuna risposta al gip

Le manette sono scattate di fronte al circolo di via Giotto, dove aveva fatto colazione e stava giocando a carte. Forse non se lo aspettava, Antonio Di Stazio, che i carabinieri sarebbero andati a prenderlo. E' finita invece così, ieri...

Le manette sono scattate di fronte al circolo di via Giotto, dove aveva fatto colazione e stava giocando a carte. Forse non se lo aspettava, Antonio Di Stazio, che i carabinieri sarebbero andati a prenderlo. E' finita invece così, ieri, l'avventura del 60enne scomparso con 50 chili d'oro da Arezzo, ricomparso a Lucca per costituirsi e rimasto in libertà fin quando l'accusa che pendeva su di lui non è passata da appropriazione indebita a furto aggravato. Già, perché a tradirlo è stata la cassaforte che ha svuotato: tecnicamente lui non ne era il custode, quindi non si potrebbe parlare di appropriazione indebita ma di vero e proprio furto. E così è stato.

Oggi si è svolto l'interrogatorio di garanzia di fronte al gip Annamaria Loprete. Ma nessuna risposta è arrivata, nessun chiarimento da parte del sessantenne.

LE INDAGINI

Dopo l'arresto è stata svolta una accurata perquisizione all'abitazione di via Anconetana e alla vettura dell'uomo. All'interno dell'auto pare ci fosse una valigia pronta, con tanto di passaporto. Come se il soggiorno ad Arezzo non fosse poi duraturo, come se si apprestasse ad una nuova partenza. Inoltre i carabinieri del nucleo investigativo, coordianti dal capitano Matteo Demartis, hanno posto sotto sequestro il pc dell'uomo e i telefoni cellulari. L'obiettivo degli inquirenti adesso è quello di scoprire complici e ricettatore. Perché di una cosa sembrano essere sicuri: Di Stazio non può aver fatto tutto da solo. E le ricerche vanno oltre la provincia di Arezzo, si allargano in tutta la Toscana. A caccia di quel tesoro da quasi 4 milioni che da giorni ormai è evaporato.

COLPO PIANIFICATO?

portavalori-securpol-badia-al-pinoChe il colpo fosse pianificato, però, ormai inizia ad essere chiaro: il 60enne, infatti, si incaricò di ritirare la merce delle prime due aziende visitate e firmò le bolle. Però al collega disse che si trattava di argento e non di oro: con questo escamotage evitò di comunicare alla Securpol che il valore dei metalli trasportati superava il milione e mezzo (perché l'argento ha un valore più basso dell'oro) e ha scongiurato l'invio dei rinforzi da parte dell'azienda. Il resto ormai è storia: il collega che scende per ritirare metallo dall'ultima azienda, le telecamere che inquadrano il portavalori che fa manovra e se ne va, il collega che ritorna e incredulo, non vendendo il furgone, inizia a telefonare.

INTERROGATORIO DI GARANZIA

Di Stazio, sia ieri di fronte agli inquirenti, sia questa mattina durante l'interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Non ha svelato nulla sulle sorti dei preziosi. Assistito dal legale Marco Treggi ha deciso di non chiarire niente del mistero che avvolge il portavalori. Adesso rischia una condanna da 1 a 6 anni.

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