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Cronaca

Le videochiamate, unico legame dei degenti delle Rsa di Arezzo con figli e nipoti

Sono giorni difficili anche all'interno delle residenze per anziani del territorio: cancelli chiusi, nessun volontario. Una boccata d'aria all'aperto solo nelle strutture che hanno giardini propri e inaccessibili dall'esterno

Cancelli chiusi per figli e nipoti. Nessun volontario. Una boccata d'aria all'aperto solo nelle strutture che hanno giardini propri e inaccessibili dall'esterno. La tecnologia salva le relazioni: video chiamate con whatsapp e audiolibri. Ma le relazioni sono salvate dalla qualità umana e dalla professionalità.

La cooperativa sociale Koinè - si legge in una nota - ha messo in linea le socie dei servizi per l'infanzia con quelle che si occupano degli anziani e le prime hanno prodotto "audiolibri" che le seconde fanno ascoltare agli ospiti delle Rsa. I primi "titoli": Il giro del mondo in 80 giorni, L'uomo che piantava gli alberi, Marcovaldo, Il piccolo principe, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico.

"Alcuni anziani hanno una vaga memoria dell'influenza asiatica delle fine degli anni Cinquanta ma una cosa come questa non l'hanno mai vista - racconta Monica Massegnan della Rsa Pionta. - Oggi la loro sofferenza più grande è quella di non poter vedere figli e nipoti. Il contatto con l'esterno è rappresentato dalle video chiamate. Le prime volte erano un po' incerti su questo strumento ma adesso, appena mi vedono, mi chiedono quando possono fare la chiamata. Noi cerchiamo di mantenere la normalità della giornata. Continuiamo a giocare, ad esempio al Musichiere: abbiamo comprato anche amplificatori nuovi. Poi ascoltiamo gli audiolibri e leggiamo. Abbiamo rallentato e selezionato di più la lettura dei quotidiani: non vogliamo aumentare l'angoscia".

Nelle Rsa ci sono anziani con condizioni di salute e consapevolezze diverse. "Qualcuno - sottolinea Maria Capacci delle Rsa Pescaiola - ci chiede e si chiede perché i parenti non vengono più. Una risposta? 'Ma sono stata cattiva?'. Per noi non è semplice tenere un punto di equilibrio e dare risposte che non contribuiscano ad alimentare la paura".

"Questa c'è per tutti - aggiunge Manola Ghezzi della Rsa di Subbiano. Il cellulare funziona e la videochiamata ancora di più ma non è certo la stessa cosa che poter abbracciare la figlia o il figlio. L'altro giorno un'ospite si è messa a piangere e allora siamo andate in terrazza insieme a parlare e, lo ammetto, anche a fumare una sigaretta. Pensava che avrebbe finito i soldi e che i parenti non sarebbero più venuti. Le ho detto di stare tranquilla perché sarei andata io fuori a comprare quello che le serviva e i soldi li avremmo presi dalla cassa della struttura, senza problemi. Talvolta ci sono timori che nemmeno possiamo immaginare.  Le ho detto che noi ci siamo e ci saremo. Proviamo a fare di tutto: balliamo, cantiamo, facciamo un po' le sceme anche se abbiamo il cuore pesante. Noi siamo con loro ma voglio dire che anche la cooperativa è con noi: in queste settimane sentiamo più che mai di essere parte di un gruppo che sostiene ogni suo componente, sempre e fino in fondo".

Villa Fiorita è, dal punto di vista del numero degli ospiti, la struttura più grande gestita da Koinè. "Abbiamo creato piccoli salottini e piccoli gruppi - ricorda Alessandra Milesi. Utilizziamo al massimo le video telefonate e qualche ospite si commuove e comincia  a piangere ancora prima che si avvii il collegamento. Una nonna ha detto alla nipote: 'non uscire di casa che c'è questo bobo fuori'. Noi operatrici continuiamo a farcela perché siamo un gruppo che reagisce molto bene. Siamo una cooperativa vera: l'ho sempre pensato ma mai che si potesse arrivare a questo punto di coesione".

La questione centrale è quella della fiducia tra gli ospiti e le operatrici. Loriana Seri è la referente delle attività assistenziale nella Rsa Pionta: "continuiamo tutte le attività possibili. Ovviamente non viene più la parrucchiera ma alle nostre anziane ci pensiamo noi. Proviamo a non far mancare nulla. Ci riconoscono una per una anche quando abbiamo la mascherina. I risultati del lavoro quotidiano di anni lo si vede anche in occasioni difficili come questa".

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