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Vacanze truffa: quando al posto dell'albergo c'è l'ortofrutta o lo studio notarile. Le storie aretine

Valigie pronte, ore di viaggio, il sogno di una vacanza - cullato un anno - che sta per avverarsi:  salvo poi scoprire che dietro alla prenotazione c'è una truffa e quel sogno diventa un incubo. Le storie di aretini finiti nella rete di...

Valigie pronte, ore di viaggio, il sogno di una vacanza - cullato un anno - che sta per avverarsi: salvo poi scoprire che dietro alla prenotazione c'è una truffa e quel sogno diventa un incubo. Le storie di aretini finiti nella rete di malintenzionati si moltiplicano. Ce ne sono state almeno una decina dall'inizio dell'estate.

Come la famiglia che aveva prenotato un appartamento per 15 giorni in Puglia. Prenotazione fatta online, caparra da mille euro già pagata. Ma quando, dopo ore di viaggio, sono arrivati sul posto, padre, madre e due figli, all'indirizzo indicato hanno trovato uno studio notarile. Increduli hanno pensato ad una soluzione alternativa, fino poi decidere di tornare ad Arezzo. Vacanze rovinate, niente tuffi in mare e niente relax nelle coste pugliesi. Al rientro poi una denuncia alle forze dell'ordine.

La truffa però si nasconde anche più vicino, ad appena due ore distanza. Come hanno scoperto, loro malgrado, due fidanzatini poco più che ventenni alla loro prima vacanza insieme. Destinazione: Riccione. Caparra: 800 euro, pagata con l'aiuto dei genitori. Ma quando sono arrivati nella cittadina romagnola, hanno scoperto che non c'era nessun appartamento e nessuna struttura ricettiva all'indirizzo indicato. Solo un fruttivendolo. Stupiti e delusi, i due giovani hanno comunque deciso di non perdersi la loro prima vacanza insieme, e hanno cercato un'altra sistemazione. Anche loro poi si sono rivolti alle forze dell'ordine.

I casi si moltiplicano e chi prenota adesso, per una vacanza last minute deve tenere gli occhi aperti. Due gli aspetti che possono essere segnale di una truffa: il pagamento all'estero e l'assenza di riscontri di strutture o case vacanza agli indirizzi indicati.

Per quanto riguarda i pagamenti, i casi raccontati sono emblematici: la famiglia che è arrivata fino in Puglia, aveva pagato la caparra in un conto in Irlanda, i due fidanzatini invece in Inghilterra. Molto spesso però i conti correnti sono aperti in istituti di credito di Paesi extra europei. Un indizio da non sottovalutare.

Poi i riscontri: potrebbe essere sufficiente inserire l'indirizzo su Google Maps e verificare con le immagini satellitari se effettivamente all'indirizzo riscontrato ci sono appartamenti, strutture ricettive e case vacanza, piuttosto che negozi o studi professionali, come è accaduto per i protagonisti di queste due storie.

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