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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Lucignano

Uccise il padre con una fucilata. Il tribunale riforma la sentenza di primo grado: due anni in comunità in libertà vigilata

Cancellata la reclusione per dieci anni in una Rems. Giacomo Ciriello, incapace di intendere e di volere al momento dello sparo nel 2016, avrà l'obbligo di dimora ad Abbadia San Salvatore. Confermato lo status di pericolosità sociale ma anche l'efficace adattamento alla vita comunitaria

Due anni in comunità ad Abbadia San Salvatore. Il tribunale di sorveglianza di Firenze ha rimodulato la pena per Giacomo Ciriello, il ragazzo di Lucignano che a febbraio del 2016 uccise il padre Raffaello con una fucilata. All'epoca dei fatti il giovane aveva da poco compiuto 18 anni e, in base alla successiva perizia psichiatrica, ne era stato accertato uno "scompenso psicotico delirante". Di qui l'assoluzione al processo perché "incapace di intendere e di volere" al momento dello sparo. 

Il Gup Giampiero Borraccia ne aveva poi disposto la reclusione decennale in una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), una delle strutture nate in seguito alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari per garantire alle persone con malattie mentali l’attivazione di percorsi terapeutico-riabilitativi. Il tribunale di sorveglianza di Firenze ha invece riformato la sentenza di primo grado e stabilito che Giacomo Ciriello dovrà scontare solo due anni di libertà vigilata con obbligo di dimora ad Abbadia San Salvatore, nel senese, presso la casafamiglia "I Prati".

Ciriello, segnato da una vita familiare difficile e con uno status di pericolosità sociale confermato dal giudice, potrà vedere la madre due volte a settimana e lasciare la comunità per andare a scuola. Dovrà inoltre seguire il percorso riabilitativo e rispettare l'obbligo di firma dai carabinieri una volta al mese. Ma l'attuale "buon compenso psichico e l'efficace adattamento alla vita comunitaria" gli consentono di vedere la luce in fondo al tunnel.


 

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