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Cronaca Pratovecchio / Lonnano

Uccise il marito con un colpo di fucile, condanna quasi raddoppiata in Appello

Fu condannata a 8 anni di carcere, ma ieri la Corte d'Appello di Firenze ha ribaltato la situazione: quella condanna in primo grado è apparsa troppo leggera ai giudici fiorentini, che hanno portato la condanna a 14 anni di carcere. 

Uccise il marito a colpi di fucile. Fu condannata a 8 anni di carcere, ma ieri la Corte d'Appello di Firenze ha ribaltato la situazione: quella condanna in primo grado è apparsa troppo leggera ai giudici fiorentini, che hanno portato la condanna a 14 anni di carcere. 

La donna imputata di omicidio volontario è Paola Marzenta, 60enne che nell'ottobre del 2016 uccise il marito Dino Gori nella sua abitazione di Lonnano. In primo grado il pm Andrea Claudiani che aveva sostenuto fin dall'inizio l'accusa, aveva chiesto 14 anni, il giudice però accolse parte delle attenuanti richieste dalla difesa e la pena arrivò quasi a dimezzarsi. In appello la difesa ha portato all'attenzione della corte il fatto che la donna avesse ricevuto uno schiaffo prima dello sparo e il fatto che non pensava il fucile fosse carico. Aspetti che però non sono stati considerati così importanti dai giudici. Così come la perizia che attesa la parziale semi infermità mentale della donna, non ha pesato come in primo grado.  

La vicenda 

Era il 18 ottobre quando si è consumata la tragedia. Dino Gori, 64 anni, fu raggiunto da un colpo di fucile esploso da distanza ravvicinata. Una cartuccia a pallini, di quella usate dai cacciatori per i volatili, che non gli lasciò scampo. Ad imbracciare il fucile e sparare il colpo fu la moglie, dalla quale si stava separando e con la quale il legame era ormai logoro. Dietro al fatale gesto infatti, c'erano anni di liti, di conflitti e - stando a quanto raccontato in seguito dalla donna - anni di violenze. Dini, ex maresciallo dell'aereonautica, era seduto nella propria abitazione (un piccolo appartamento in un edificio di proprietà della moglie a Campolungo di Lonnano) e stava mangiando castagne quando fu raggiunto dal colpo. Marzenta, dal fisico magro, con una malattia cronica all’apparato scheletrico, forse anche durante quell'ultima lite gli era apparsa inoffensiva. Invece nella donna è scattato qualcosa che l'ha portata ad imbracciare il fucile e sparare. Eppure solo alcuni giorni dopo, il 27 ottobre, si sarebbe celebrata l'udienza per il divorzio e la loro storia sarebbe finita. Dopo il delitto la 58enne alzò il telefono, chiamò prima legale e poi i Carabinieri di Pratovecchio. Quindi la vicenda è approdata in tribunale e si è conclusa con la condanna odierna.“

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