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Cronaca Sansepolcro

"Suo figlio ha avuto un incidente, finirà in carcere", truffa da 50mila euro ai danni di due anziani

Tre persone rintracciate dai Carabinieri e denunciate. Incastrati dalle telecamere di videosorveglianza

Hanno sottratto, con un raggiro, una borsa con soldi e gioielli dal valore di 50mila euro. Ma nell'arco di pochi giorni sono stati rintracciati e denunciati dai carabinieri. Si tratta di tre uomini che lo scorso marzo avevano "messo in scena" la truffa dei finti Carabinieri. Vittime, come purtroppo spessa capita, due anziani. 

"L’espediente è sempre lo stesso, con poche variabili - spiegano i militari dell'Arma -  una telefonata allarmante e strappalacrime inscenata da falso Carabinieri avverte gli anziani presenti in casa che il figlio ha causato un grave incidente stradale e che pertanto viene trattenuto in caserma. I danni provocati, a dire dell’interlocutore che spesso si presenta come maresciallo, sarebbero gravissimi e addirittura coinvolgono una donna incinta che sta per perdere il bambino. Ma si propone una soluzione: la cauzione. Infatti, con diverse migliaia di euro, solitamente 10mila, il figlio trattenuto potrebbe essere liberato. Anche se non si dispone della cifra, vanno bene gioielli, orologi e quant’altro di valore".
E' questo punto che l'anziano contattato viene colto dal panico. Il pensiero del figlio in carcere fa perdere autocontrollo e lucidità pe la priorità diviene trovare la somma richiesta dal falso maresciallo, che andrà direttamente a domicilio a ritirare “la cauzione”.
"Solo dopo avere consegnato soldi e gioielli - raccontano i Carabinieri - le vittime riprendono cognizione dei fatti e riescono ad analizzare l’accaduto, contattano telefonicamente il figlio che, per fortuna, non ha causato nessun incidente, così realizzando di essere stati truffati".

E proprio le stesse modalità di truffa sono state messe in atto a Sansepolcro lo scorso 7 marzo, quando i finti carabinieri si sono portati via un bottino ingente: 50mila euro tra soldi e gioielli.
Ricevuta la denuncia, i Carabinieri hanno dato il via a una accurata indagine: hanno analizzato tutto il traffico veicolare ripreso dalle telecamere di videosorveglianza urbana, setacciando ed eliminando le auto che nella fascia oraria interessata erano transitate nella zona ma che non erano utili alle indagini. Tutti i dati sono stati poi incrociati con quelli delle telecamere e dei passaggi veicolari registrati dalle telecamere delle autostrade. Restringendo sempre più il cerchio è così rimasto un unico veicolo che era stato fermato da un’altra pattuglia, identificandone i tre occupanti.
Ottenute le fotografie dei soggetti e sottoposte alle vittime della truffa, sono stati immediatamente riconosciuti senza ombra di dubbio e quindi denunciati alla magistratura.
"I Carabinieri, quelli reali - spiega l'Arma in una nota - avvertono che la cauzione non esiste nel sistema penale italiano e che i truffatori utilizzano questo espediente grazie alla cinematografia americana, in cui spesso si vedono persone arrestate e subito liberate dietro pagamento della cauzione".

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