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Cronaca

Tribunale fallimentare a Firenze. Il presidente degli avvocati: "Sarebbe un grave danno, serve giustizia di prossimità"

"In un momento in cui si sente forte la mancanza della giustizia di prossimità, speriamo di scongiurare il trasferimento del tribunale fallimentare a Firenze". Preoccupato e sulla stessa lunghezza d'onda degli altri addetti ai lavori, il...

"In un momento in cui si sente forte la mancanza della giustizia di prossimità, speriamo di scongiurare il trasferimento del tribunale fallimentare a Firenze". Preoccupato e sulla stessa lunghezza d'onda degli altri addetti ai lavori, il presidente dell'ordine degli avvocati di Arezzo Piero Melani Graverini prende posizione in merito alla notizia del rischio di trasferimento del tribunale fallimentare di Arezzo, accorpandolo con quello di Siena nel capoluogo di regione.

"Sarebbe un altro danno per l’economia, per le imprese, per i lavoratori, per la città e per i professionisti, senza considerare che probabilmente si andrebbe verso un sovraffollamento di pratiche e di casi. Ormai appare chiaro che queste operazioni di tagli e accorpamenti non finiscono per produrre funzionamenti migliori."

E' evidente che anche al fallimentare c'è forte bisogno di operatività, di velocità di giudizio perché da questo dipende la vita delle aziende, il mantenimento dei posti di lavoro e delle quote di mercato delle imprese aretine.

"Quello del fallimentare, purtroppo - aggiunge Melani Graverini - è uno dei fronti più caldi e non sarebbe positivo il suo trasferimento, come già avvenuto per il tribunale delle imprese, a Firenze. Deve stare sul territorio, avere il polso della situazione. Semmai va rafforzato, come tutto il tribunale che è carente di magistrati, ma soprattutto di personale."

La notizia stava circolando da tempo negli ambienti del tribunale e dei professionisti aretini ed ha poi preso corpo nei giorni scorsi sulle colonne virtuali di Arezzo Notizie. Ne sono seguite numerose prese di posizione. A partire dal presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti di Arezzo Giovanni Grazzini che aveva messo in evidenza le incongruenze della legge delega e degli accorpamenti:

"Il paradosso – prosegue Grazzini – è che nel polo tirrenico (Livorno, Pisa, Lucca) avremmo tre sedi nel giro di poche decine di km, mentre in una città come Arezzo, tra le maggiori della toscana per numero di aziende, fatturato, esportazione, con un tessuto economico di tutto rispetto, la sede verrebbe soppressa e dirottata a oltre 70 km di distanza, ben di più se si considera la distanza dalle città di Valtiberina e Valdichiana." “Oltre ad un disagio per gli operatori, si avrebbe un enorme disagio per le aziende, per i lavoratori, un sicuro scadimento dei tempi e della celerità delle pratiche, la perdita della prossimità al territorio e della sua conoscenza, una dispersione delle professionalità che operano in questo ramo del diritto: si pensi al pendolarismo di chi (imprenditori, commercialisti, legali) dovrà affrontare un’istruttoria pre-fallimentare o per un concordato preventivo, o ai tempi per definire le pratiche per i dipendenti in una procedura, e così via.”

Poi i politici in campo, candidati alle elezioni del 4 marzo:

Donati: “Nessuna decisione imminente, il mio impegno per la tutela del presidio aretino”

D’Ettore: “Ci batteremo con ogni mezzo per salvare il tribunale fallimentare di Arezzo”

Gagnarli: “Duro colpo per il territorio, siamo contrari anche se riforma in parte condivisibile”

Lucacci: “Accorpamento sezione fallimentare è una follia”

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