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Cronaca

Tragedia di San Leo, la difesa: "E' consapevole e distrutto dal senso di colpa"

"Non ha mai espresso la volontà di uscire di prigione. Non ha mai fatto cenno alla possibilità di ottenere i domiciliari. E' consapevole di quello che è successo, di cosa si è reso responsabile, e dunque vuole rimanere in carcere". Le parole...

"Non ha mai espresso la volontà di uscire di prigione. Non ha mai fatto cenno alla possibilità di ottenere i domiciliari. E' consapevole di quello che è successo, di cosa si è reso responsabile, e dunque vuole rimanere in carcere".

Le parole sono quelle di Carmen Capoccia, avvocato difensore di Alexe Danut l'uomo che il 31 gennaio dello scorso anno a bordo della propria minicar investì e uccise Marzanna Barbara Stepien e la piccola Letizia.

Una tragedia che Arezzo non riesce a dimenticare e per la quale ancora non è stata scritta la parola fine. Di questi giorni la notizia riguardante la decisione della corte d'Appello di Firenze che ha stabilito cinque anni e due mesi di detenzione per il 51enne. "L'accusa però - spiega Raffaello Giorgetti, avvocato di Luca Fiacchini padre e marito delle due donne decedute quella maledetta sera - è rimasta invariata. Non è stata derubricata. Duplice omicidio colposo aggravato. Avvieremo quanto prima una causa civile per richiedere il risarcimento dei danni subiti dal mio assistito". Dunque il 51enne resta in carcere. Rispetto a quanto stabilito durante il primo appello la pena è stata scontata di quattro anni. Una decisione che ha indignato particolarmente l'opinione pubblica aretina che invece sperava in una condanna più severa. Provato e distrutto dal dolore anche lo stesso Luca Fiacchini che subito dopo la lettura della sentenza ha dichiarato "Me le hanno uccise un'altra volta". Psicologicamente sconvolto Alexe Danut che, secondo le parole dell'avvocato difensore, ha piena coscienza delle proprie responsabilità.

"E' una persona distrutta - spiega - anche lui ha moglie e figli e capisce perfettamente lo stato d'animo di chi le ha perse entrambe. Purtroppo quello che è accaduto è stata una terribile fatalità. Un incidente. Un caso sporadico, una disgrazia. Psicologicamente non sta affatto bene. Sa di essere la causa di questo episodio terribile e non si dà pace. Si è da subito reso conto di quello che ha fatto".

Una tragedia nella tragedia. In ricordo delle due donne e, soprattutto, per manifestare la propria contrarietà alla sentenza della corte d'Appello, la comunità di San Leo ha deciso di organizzare per il 2 maggio alle 18 un corteo che raggiungerà il luogo dove il 31 gennaio 2016 persero la vita Marzanna e Letizia.

"Un gesto encomiabile - ha sottolineato l'avvocato Giorgetti - mi auguro che in quella occasione possa essere ricordato anche che il diritto alla legalità e alla sicurezza stradale. E' giusto ricordare questa tragedia affinché non si ripeta mai più".

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