Tragedia dell'Archivio di Stato, procura apre un'inchiesta per omicidio colposo plurimo. Nelle prossime ore le autopsie
Un'inchiesta per omicidio colposo plurimo è stata aperta dalla procura di Arezzo in seguito alla tragedia che si è consumata questa mattina all'Archivio di Stato. Due dipendenti, Filippo Bagni e Piero Bruni, hanno perso la vita dopo aver inalato...
Un'inchiesta per omicidio colposo plurimo è stata aperta dalla procura di Arezzo in seguito alla tragedia che si è consumata questa mattina all'Archivio di Stato. Due dipendenti, Filippo Bagni e Piero Bruni, hanno perso la vita dopo aver inalato gas argon fuoriscito dalle bombole dell'impianto antincendio. Un dramma che ha lasciato sgomenta l'intera città, per il quiale i sindaco Alessandro Ghinelli ha indetto il lutto cittadino nel giorno dei funerali.
L'inchiesta aperta dalla Pm Laura Taddei non vede ancora nessun indagato. La procura sta attendendo i risultati delle indagini affidate alla polizia giudiziaria dei vigili del fuoco per capire a chi attribuire eventuali responsabilità. Nel frattempo anche il ministro dei Beni e delle Attività Culturali ha disposto un'ispezione interna al ministero "che possa eventualmente anche essere di ausilio alla procura".
Nelle prossime ore inoltre sarà disposta l'autopsia: potrebbe essere eseguita già domani.
La tragedia
La tragedia si è consumata questa mattina, poco prima delle 8, quando i due dipendenti in seguito alla segnalazione di un malfunzionamento dell'impianto antincendio hanno raggiunto il locale del seminterrato dove si trovavano le bombole di gas argon. A quanto emerso in queste ore si tratterebbe di un impianto la cui manutenzione è affidata ad una azienda esterna e che solo poche settimane fa pare fosse stato sottoposto ad una revisione e fosse risultato funzionante.
In realtà l’argon non è tossico per l’organismno, ma in concentrazioni molto elevate può dar luogo ad una sintomatologia asfittica. Proprio per questo suo effetto viene usato per spegnere incendi. Non solo, tende a ristagnare negli ambienti, per questo andrebbe evitato lo stoccaggio di grandi quantità in locali chiusi e piccoli, perché in caso di perdite potrebbe rivelarsi fatale. Il seminterrato raggiunto dai due dipendenti era chiuso, non accessibile a tutti, ma è risultato avere le necessarie aperture per l'areazione.
Non si sa ancora di preciso cosa sia accaduto quando Bagni e Bruni hanno raggiunto il locale: i vigili del fuoco li hanno trovati riversi a terra, proprio all'ingresso della stanza. Un'ipotesi è quella che i due colleghi abbiano capito la gravità della situazione abbiano cercato di allontanarsi, ma avrebbero perso i sensi e sarebbero svenuti, continuando a inalare argon e anidride carbonica. Se così fossero andate le cose, una manciata di minuti potrebbe essere stata letale.
Il cordoglio della città
Intanto Arezzo si stringe alle famiglie di Bagni e Bruni. Entrambi sposati, entrambi padri, ognuno con passioni alle quali dedicare il tempo dopo il lavoro. L'attività sindacale e la Giostra del Saracino per Bruni (iscritto Cisl, padre di un giostratore di Sant'Andrea), e lo sport, in particolare la corsa e la bicicletta per Bagni. Sempre disponibili e sempre gentili, erano noti agli studiosi e agli aretini che si rivolgevano all'Archivio per consultare documenti. Bruni si occupava della segreteria e dei servizi amministrativi (contabilità e gestione del personale), Bagni invece era addetto ai servizi archivistici (dal protocollo informatico alle attività legate alla consultazione dei documenti e quindi al rapporto con gli utenti). Stando a quanto emerge dall’organigramma pubblicato online dalloo stesso Archivio, facevano parte della squadra di primo soccorso ed emergenza interna. E forse proprio per questo quando hanno capito che c’era qualcosa che non andava nel sistema anti incendio sono accorsi sul posto, ovvero al piano seminterrato, per capirne di più.