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Cronaca

Traffico di rapaci tra Toscana e Marche, aretino indagato. Piccoli di falco prelevati dai nidi e venduti

E' accusato di traffico di rapaci. Un aretino è stato indagato dalla Procura della Repubblica di Pesaro insieme ad altri tre pesaresi in seguito ad una operazione portata a termine dal Gruppo Carabinieri Forestale di Pesaro e Urbino. Il...

E' accusato di traffico di rapaci. Un aretino è stato indagato dalla Procura della Repubblica di Pesaro insieme ad altri tre pesaresi in seguito ad una operazione portata a termine dal Gruppo Carabinieri Forestale di Pesaro e Urbino.

Il traffico di rapaci si svolgeva tra Marche e Toscana. I “pulli”, cioè i piccoli di rapace, venivano prelevati direttamente dal nido per essere poi rivenduti illecitamente.

I quattro bracconieri trafficavano piccoli di falco pellegrino (Falco peregrinus), un rapace della famiglia dei Falconidi, conosciuto per la velocità con la quale riesce a volare: durante la caccia è capace di raggiungere in picchiata la velocità di quasi 300 chilometri orari.

Le indagini, avviate nella primavera scorsa sotto la direzione dalla Procura della Repubblica di Pesaro, sono giunte alle fasi conclusive, con la notifica dell’avviso di chiusura delle indagini preliminari ai 4 che sono adesso indagati "per diverse violazione alla Legge n. 157/1992 sulla tutela della fauna omeoterma ed il prelievo venatorio, che vanno dall’esercizio della caccia in periodo di divieto fino alla cattura e detenzione di specie particolarmente protette".

"Il prelievo dei rapaci nei nidi rappresenta un atto criminoso sotto diversi profili - spiegano in una nota i Carabinieri Forestali - , dal benessere animale fino alla compromissione dell’equilibrio ambientale a causa della sottrazione di superpredatori, al vertice della piramide ecologica, provocando ripercussioni fino alla base della piramide stessa. Non sono neanche da escludersi violazioni in campo della CITES, Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione".

Questi rapaci infatti, una volta allevati devono avere un certificato Cites, la loro provenienza illecita fa presupporre gli inquirenti che anche una serie di certificazioni possano essere state falsificate.

"L’attività svolta - proseguono gli inquirenti - ha permesso di sottoporre a monitoraggio il territorio dei comuni dell’Urbinate fino alla limitrofa provincia di Arezzo ed ha portato a numerose perquisizioni, al sequestro di “pulli” e di varia strumentazione elettronica. Si è avvicendato il personale delle Stazioni Carabinieri Forestale di Piobbico, Pergola, Carpegna e Macerata Feltria, coordinato dal Nucleo Investigativo di Polizia Forestale e Ambientale del Gruppo di Pesaro e Urbino. Le operazioni sono state condotte nell’ambito di una più vasta campagna di controllo e di intensificazione delle attività antibracconaggio".

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