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Maltrattamenti nell'Rsa, la testimonianza: "Mia nonna, quei lividi e le nostre paure". Domani gli interrogatori di garanzia

"Certe cose non pensi che possano accadere proprio a te". E' una frase che da ieri i familiari degli ospiti della Rsa di Castel San Niccolò, "Casa Albergo per anziani", continuano a ripetersi. Se la ripete anche A.A., nipote di un'anziana che da...

"Certe cose non pensi che possano accadere proprio a te". E' una frase che da ieri i familiari degli ospiti della Rsa di Castel San Niccolò, "Casa Albergo per anziani", continuano a ripetersi. Se la ripete anche A.A., nipote di un'anziana che da tempo si trova a nella struttura. Ma la famiglia della signora qualche presentimento lo aveva avuto e, racconta oggi il giovane, lo aveva anche fatto presente.

"Mia nonna - racconta - vive in questa casa di cura da cinque anni ed è affetta da Alzhaimer oramai da 3 anni. Tutti noi familiari eravamo all'oscuro di quello che stava succedendo all'interno della struttura. Anche perché non pensi che certe cose possano accadere proprio a te. Io vivo e lavoro ad Arezzo e saltuariamente vado a trovarla ma i miei genitori vanno da lei tutti i week end e mi tengono aggiornato sul suo stato di salute". Eppure alcuni atteggiamenti avevano messo la famiglia in apprensione: "Purtroppo - racconta ancora il nipote - sono capitati episodi in cui mia mamma si è accorta che la nonna aveva lividi su varie parti del corpo. Ma chiedendole come avesse fatto a procurarseli, lei rispondeva di essere caduta dal letto". La risposta però non aveva convinto la donna: "Era improbabile poiché mia nonna ha il letto con le sbarre. Così dopo alcune vicissitudini mio padre pensò di far presente certi comportamenti del personale Oss che avvenivano all’interno della struttura. Fortunatamente poi da ottobre ci sono queste telecamere che, ringraziando il Cielo, sono servite a qualcosa".

Ma quali comportamenti avevano questi operatori? "Comportamenti non consoni (strattoni e gesti simili ndr): li ho visti anch'io un po' di tempo fa, con i miei occhi. E ricordo che tornato da quella visita, parlai con mia mamma e le dissi: 'Secondo me li picchiano'...". LE INDAGINI

Di fronte alle immagini carpite dalle telecamere nascoste i familiari - ma anche i conoscenti dei degenti e degli stessi operatori che non hanno mai preso parte alle violenze - sono rimasti impietriti. Quei sospetti hanno preso forma. L'orrore si è materializzato. E' stato grazie alla denuncia di persone che quotidianamente operavano nella struttura, e contemporaneamente alle segnalazioni di alcuni familiari delle vittime, che sono partite le indagini. Era lo scorso ottobre. Un'operazione delicatissima, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Bibbiena guidata dal capitano Gabriele Fabbian e coordinata dal pm Marco Dioni. In un centro piccolo, dove tutti si conoscono, i militari sono riusciti a portare avanti gli accertamenti passando inosservati: sopralluoghi in borghese, installazione di telecamere nascoste e a gennaio, quando si sviluppò una piccola perdita di monossido, l'intervento anche dei Nas che svolsero controlli molto approfonditi. Proprio negli ultimi tempi è intervenuto l'ispettorato del lavoro.

I VIDEO

Ma sono stati soprattutto quei video strazianti a incastrare 7 operatori, 6 donne e un uomo tutti italiani tra i 40 e i 60 anni, residenti in Casentino e molto conosciuti nella zona. L'altro ieri Il gip del Tribunale di Arezzo ha emesso “un’ordinanza applicativa della misura interdittiva del divieto dell’esercizio della professione sanitaria nei confronti dei dipendenti” per sei persone. Una misura più leggera rispetto a quella richiesta dal pm Dioni che propendeva per gli arresti domiciliari e in subordine per l'interdizione. Tutti gli operatori socio sanitari sono indagati, nei loro confronti pendono accuse pesanti: percosse, umiliazioni, ingiurie e minacce inferte ad anziani non più autosufficienti. Venerdì sono previsti per loro gli interrogatori di garanzia. Ieri sono state numerose le prese di posizione. Compresa quella dell'Unione dei Comuni che nella serata ha convocato un incontro tra i vari rappresentanti: pare ci sarebbe stata la volontà di valutare se interrompere o meno il contratto di affidamento dei servizi gestiti da una cooperativa del luogo. Inoltre, già dalla mattina di ieri, la presidente Valentina Calbi ha annunciato la volontà dell'ente di costituirsi parte civile in eventuali procedimenti. LA COOPERATIVA

Ieri nella cooperativa casentinese è stata una giornata convulsa. Nessuna dichiarazione è arrivata dai rappresentanti che si sono rivolti ai propri legali per capire come muoversi. Di fatto le 6 persone non sarebbero soci ma dipendenti e, stando a quanto risposto dagli operatori al telefono, per colleghi e soci la notizia sarebbe stata un fulmine a ciel sereno e i video un vero e proprio choc.

Foto d'archivio scattata dai Vigili del Fuoco lo scorso gennaio, quando intervennero nella Rsa per la presenza di monossido di carbonio.

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