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Cronaca Tortaia / Via Vittorio Alfieri

Assalto alla Farmacia del Cervo: assolto il rapinatore con il coltello. "E' incapace di intendere e volere"

Due episodi la scorsa primavera: l'uomo aveva fatto irruzione nell'esercizio di via Alfieri armato e con il volto coperto, ma era stato riconosciuto dalle scarpe che indossava e dalla movenze

E' stato assolto perché "incapace di intendere e volere". Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Arezzo ha reputato che il 45enne aretino riconosciuto responsabile di due rapine in farmacia, in via Alfieri, consumate a distanza di pochi giorni l'una dall'altra la scorsa primavera, non necessiti di misure cautelari. Ha imposto però all'uomo, uscito dal carcere di Perugia dove si trovava recluso dopo l'arresto, l'obbligo di cura al Centro di Salute mentale di Arezzo della Asl Toscana Sud Est. Il legale difensore è l'avvocato Domenico Nucci.

La prima rapina con il coltello

La doppia rapina e l'indagine

L'aretino era accusato di due episodi avvenuti uno alla fine di marzo e l'altro a inizio aprile. Ad incastrarlo furono il sangue freddo e l'ottimo spirito di osservazione di una commessa e della farmacista. Benché l'uomo indossasse, nel secondo episodio, un casco e un paio di occhiali per nascondere il volto, le due donne lo riconobbero dalle scarpe che indossava, oltre che dal caratteristico portamento. Questi dettagli fecero loro intuire che si trattava di un cliente periodico, che capitava in farmacia per acquistare siringhe. Così è nata l'indagine che ha portato all'arresto del 45enne.

Il secondo assalto e l'arresto

La perizia psichiatrica

"Incapace di intendere e volere", così la perizia

Il giudice aveva disposto una perizia psichiatrica, svolta dal generale dell'Esercito Massimo Marchi, che ha dato una svolta al procedimento. L'analisi ha accertato che al momento in cui l'uomo ha compiuto i reati non era in grado di intendere e di volere. La perizia ha inoltre ritenuto il 45enne idoneo ad essere sottoposto ad un giudizio, che è infatti arrivato con l'assoluzione. La perizia aveva anche indicato che però l'uomo fosse "socialmente pericoloso", aspetto che il giudice ha condiviso facendo scattare l'obbligo di cura. In relazione ai reati contestati, l'accusa sostenuta dalla pm Laura Taddei aveva chiesto una condanna a 6 anni di reclusione. 

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