Rapina a Castiglion Fibocchi, sotto la lente le celle telefoniche. E' sempre caccia all'uomo

Le telecamere di sorveglianza non hanno dato le risposte sperate. Adesso le indagini sulla rapina avvenuta a Castiglion Fibocchi procedono sulla scia delle tracce che potrebbero aver lasciato i telefoni cellulari dei rapinatori. Va avanti così la caccia all'uomo, partita subito dopo il colpo messo a segno lo scorso 21 novembre nell'abitazione di Giuseppe Scortecci, il 77enne fondatore dell'azienda orafa Silo.

In tre attesero l'arrivo del proprietario e si intrufolarono dal cancello principale. Quindi obbligarono Scortecci e la compagna ad aprire loro la porta di casa: nel soggiorno li legarono e li imbavagliarono. Poi misero a soqquadro l'abitazione. Il bottino non fu ingente, ma il modus operandi e gli accorgimenti presi dai banditi - che indossavano passamontagna, guanti e calzari - fa pensare che comunque la rapina fosse stata pianificata nel minimo dettagli. DALLE TELECAMERE ALLE CELLE TELEFONICHE Nelle ore immediatamente successive all'assalto i Carabinieri del Nucleo Operativo di Arezzo e quelli della Compagnia di San Giovanni Valdarno, hanno individuato le poche telecamere disponibili nella zona (la casa non aveva sistema di telesorveglianza) e nei comuni limitrofi. Ma non sarebbero state colte immagini utili ai fini delle indagini. Adesso sono al vaglio i contatti delle celle telefoniche: i Carabinieri stanno cercando di verificare se cellulari particolari o sospetti si siano collegati alle celle che coprono la zona. Per poi passare ad ulteriori verifiche in caso alcuni numeri risultassero di particolare interesse. Restano poi alcune tracce che hanno lasciato, loro malgrado, i rapinatori. Tracce che sono al centro delle indagini e che potrebbero aver tradito la banda.