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Processo Coingas, la verità di Macrì: "Staderini? Grandicello, ha preso da solo le sue decisioni"

L'ex presidente di Estra ripercorre in aula la vicenda della nomina: "Dubbi sulla Severino, mi dissero "Studiaci". E io chiesi un parere all'avvocatessa Rostagno"

Ha preso la parola in aula facendo dichiarazioni spontanee. Ha rotto così il silenzio sulla vicenda Coingas Francesco Macrì. L'ex presidente di Estra, a processo con le accuse di abuso d'ufficio e concorso in peculato, non si era infatti mai espresso sulla vicenda giudiziaria che ha fatto tremare Arezzo. Questa mattina però, dopo aver ha pronunciato dichiarazioni spontanee di fronte alla Corte presieduta dal giudice Filippo Ruggiero, ha deciso di raccontare anche fuori dall'aula la sua verità.

Le dichiarazioni spontanee

Macrì, affiancato dall'avvocato Gaetano Viciconte, è tornato alle origini della sua vicenda personale, quella della nomina a presidente di Estra nel 2016 e alle limitazioni imposte dalla legge Severino. "Non sarebbe stato un percorso semplice perché il Comune di Arezzo avrebbe potuto solo proporre all’assemblea dei sindaci di Coingas la mia nomina a consigliere d'amministrazione, quindi Coingas l’avrebbe portata nella assemblea dei soci di Estra e, una volta nominato, ci sarebbe stata, sulla base dei patti parasociali, la mia nomina a presidente nel cda". 

Macrì ha raccontato di aver parlato dei dubbi che aveva sulla propria nomina proprio in virtù della Severino. "Mi hanno risposto che si trattava di una partecipata di secondo livello e non in controllo pubblico. E mi fu detto: “Studiaci anche tu”. E così si sarebbe rivolto all'avvocatessa Rostagno. "Dopo alcune ricerche individuai una professionista di Torino, Simona Rostagno, che si era già occupata di problemi analoghi. Verificata la sua disponibilità ad esaminare il problema, le chiesi un suo giudizio e anticiparmi una sua valutazione perché se ci fosse stato il minimo dubbio avremmo interrotto il nostro lavoro immediatamente".
Macrì ha raccontato di non aver detto che era lui stesso l'oggetto della consulenza: "Volevo escludere ogni rischio di influenza. Le parlai di un tal consigliere Mario Rossi. Lei stessa mi chiese gli statuti di Coingas e Estra e qualifica del candidato”. Un parere quello di Rostagno che sarebbe servito anche al Comune di Arezzo perché: "Non era il sindaco a firmare un decreto di nomina del consigliere di Estra, tale nomina spettava esclusivamente alla assemblea dei soci di Coingas e negli step successivi, per la presidenza, ad altri organi societari autonomi come l’assemblea di Estra spa e il suo cda. Ciò lo affermerà ufficialmente il segretario generale in una riposta ad una successiva interrogazione sulla mia nomina". 
È emerso poi che Estra avrebbe "già affrontato problemi simili e aveva a disposizione un parere degli avvocati Masi e Bianchini di Firenze e Prato (al tempo a me ignoti) che coincideva e integrava quello dell’avvocata Rostagno". 

La nomina "condivisa" dai Comuni

Macrì ha poi sottolineato che l'indicazione fu "condivisa dai Comuni della provincia di Arezzo, in buona parte di centrosinistra e a seguire da Consiag e Intesa, le società analoghe a Coingas delle province di Prato e Siena. Realtà non solo territorialmente ma anche politicamente diverse da quella del Comune di Arezzo. Ritengo che nessuno, indipendentemente dall’appartenenza politica, avrebbe potuto mettere a rischio un’azienda con 1 miliardo di euro di fatturato e oltre 700 dipendenti soltanto per supportare la mia nomina a presidente". 

E poi la questione sulla natura giuridica di Estra. Di fronte alla corte Macrì ha affermato: "Estra non esisterebbe ormai più se dovesse operare secondo le regole del sistema tipiche di un ente in controllo pubblico. Non potrebbe acquistare agevolmente il gas sul libero mercato e secondo le regole del libero mercato come sta facendo. In sintesi, se Estra fosse l’azienda in controllo pubblico di cui si parla, sarebbe impossibilitata ad operare nel mercato dell’energia. E lo stesso vale per tutte le aziende italiane con similare profilo societario".
Quello alla presidenza di Estra è rimasto comunque un periodo fondamentale per Macrì che ha affermato: "Sicuramente è stato un incarico prestigioso e importante di cui vado fiero ed orgoglioso. Con i miei colleghi abbiamo prodotto grandi risultati che tutti hanno potuto vedere. Estra era divenuta la quinta utility italiana crescendo in tutto il territorio nazionale".

La vicenda Olivetti Rason

Macrì è anche accusato di concorso in peculato per quanto riguarda le consulenze d'oro dello studio Olivetti Rason. Una vicenda dalla quale l'ex presidente di Estra ha cercato di prendere le distanze: "Non mi occupavo di Coingas se non nella misura in cui Coingas si occupava di Estra". "Non ho proposto a Staderini di dare quell’incarico - ha poi dichiarato dopo l'udienza - Per gli incarichi si confrontava con altri ma non con me. Era ormai grandicello per fare le sue scelte e poi proporre al cda e alla sua assemblea dei soci".

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