Processo all'ex assessore Macrì: in aula i primi testi dell'accusa. Udienza fiume

I primi testi, quelli dell'accusa, hanno deposto ieri di fronte al giudice Angela Avila. In una udienza interminabile, che ha preso il via alle 11,30 ed si è conclusa pochi minuti prima delle 19, incalzati dal pm Andrea Claudiani, in sei hanno raccontato come si svolgevano le visite di medicina legale del dottor Pasquale Giuseppe Macrì, ex assessore della giunta Fanfani, accusato di falso in perizia e truffa.

"Dei 6 casi 5 hanno dichiarato - spiegano i legali di Macrì - che il medico ha svolto la visita, contrariamente a quanto invece sostiene l'accusa". In tutto sono oltre 20 le persone chiamate a deporre dalla pubblica accusa: pazienti, persone che li hanno accompagnati, ma anche gli appartenenti alle forze dell'ordine che hanno svolto indagini sulla vicenda. Per sentire le loro testimonianze sarà necessario attendere il prossimo 20 febbraio, data nella quale si volgerà la prossima udienza.

LA VICENDA

La vicenda esplose nell'aprile del 2015 in seguito ad una segnalazione dell’Inps. Nel mirino della polizia giudiziaria finirono 19 perizie, con la contestazione di chi le eseguì. Macrì, assistito dai legali Luca Fanfani e Carlo Bonzano, si è sempre professato innocente, sostenendo che i suoi metodi diagnostici non sarebbero stati compresi.

Nel dicembre 2015 arrivò il rinvio a giudizio: il Gup Piergiorgio Ponticelli aveva accolto la richiesta del pm Roberto Rossi. Macrì è imputato per falso in perizia e truffa.

L’indagine su Macrì diventò un caso mediatico, perché la notizia uscì poco prima delle elezioni amministrative della scorsa primavera. Macrì, allora assessore, decise di dimettersi, anticipando l’uscita di scena dalla legislatura.