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Cronaca

Presunti abusi in comunità, fissato l'incidente probatorio: il racconto della bambina diventerà una prova

Sarà ascoltata in un ambiente protetto, presso il tribunale dei minori di Firenze. La bambina di 10 anni vittima di un episodio di presunti abusi avvenuti all'interno della comunità educativa di Vitiano  per opera di due ospiti minorenni, sarà...

Sarà ascoltata in un ambiente protetto, presso il tribunale dei minori di Firenze. La bambina di 10 anni vittima di un episodio di presunti abusi avvenuti all'interno della comunità educativa di Vitiano per opera di due ospiti minorenni, sarà ascoltata dal procuratore della repubblica per i minori Antonio Sangermano il prossimo 11 giugno. Le sue parole avranno il valore di una prova e saranno utilizzabili in un eventuale processo. Quanto la bambina dirà in quell'occasione, affiancata anche da consulenti e dall'avvocato Domenico Nucci, sarà considerato una prova "cristallizzata" e non ripetibile.

L’intera vicenda fu denunciata nello scorso gennaio, da persone esterne alla struttura. Una segnalazione raccolta dalla polizia municipale di Castiglion Fiorentino fece partire le indagini che furono condotte nella massima discrezione dagli agenti. Intercettazioni telefoniche e ambientali hanno permisero alla polizia municipale di acquisire elementi importanti, che hanno portato al blitz – eseguito in borghese, con tatto e sensibilità – dello scorso aprile . In quell’occasione furono sequestrati dispositivi informatici e smartphone che adesso sono al vaglio degli inquirenti: cercano immagini, foto o video, messaggi. Prove insomma di quanto avvenuto.

I due giovani accusati di abusi (assistiti dai legali Riccardo La Ferla e Anna Miele) vivevano insieme alla bambina, nella comunità. Entrambi sono stati interrogati dal pm.

Nel frattempo sono andate avanti le indagini condotte dalla Polizia Municipale di Arezzo e di Castiglion Fiorentino. Al momento non sarebbero emerse responsabilità sul fronte della vigilanza. Gli inquirenti hanno raccolto le testimonianze degli educatori, quelle dei medici e quelle degli assistenti sociali. Ma nulla di anomalo sarebbe trapelato dalla condotta di chi lavora nella struttura.

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