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Cronaca Laterina

Pecora sbranata dai lupi in piazza Guido Monaco, l'allevatore: "Ho voluto difendere il mio lavoro"

Dopo l'azione di protesta del giovane allevatore di Ponticino, arrivano i messaggi di solidarietà dell'assessore di Laterina Pergine Valdarno e comitato Emergenza Lupo. Le perplessità di Enpa: "Quel gesto ha avuto un senso?"

Continua a far discutere l'azione di protesta che ha visto come protagonista un giovane allevatore di Ponticino che, nei giorni scorsi, ha lasciato la carcassa di una pecora sulle strisce pedonali di piazza Guido Monaco. Un gesto, come reso noto dall'autore stesso, dettato dall'esasperazione dovuta agli attacchi dei lupi che, soltanto negli ultimi sei mesi, gli sarebbero costati decine di capi di bestiame. "Con il mio gesto - avrebbe spiegato l'allevatore 28nne Matteo Contena - ho voluto difendere il mio lavoro e quello di altri, gli attacchi dei lupi sono continui, il pastore mio vicino, a un paio di chilometri da me, è disperato e continua a perdere capi nonostante la sua presenza e i cani. È una situazione insostenibile, così non si può andare avanti, ho lanciato più volte un allarme, ma non è cambiato nulla, nessuno ha fatto niente"

L'assessore Ricci: "Solidarietà all'allevatore"

"Quanto accaduto - scrive in una nota l'assessore del Comune di Laterina Pergine Valdarno, Alberto Ricci - è il risultato di un settore esasperato. Come assessore all’agricoltura non posso che dare la mia più totale solidarietà all’allevatore. Per quanto tempo si può far finta che il problema non esista? Il problema nasce da chi ha ripopolato senza senno questa specie animale. La convivenza è possibile se i numeri vengono in qualche modo contenuti. Le istituzioni competenti vorrebbero risolvere tutto con un mero risarcimento danni del tutto insufficiente, che nel caso degli allevamenti ovini non tiene conto dello shock psicologico del gregge, della mancata produzione di latte dovuta all’evento e soprattutto al fatto che gli allevatori non vogliono vivere di sussidi o rimborsi ma del loro lavoro. Le politiche a senso unico delle regioni, in questo caso, hanno pensato al ripopolamento di una specie scomparsa da decenni dai nostri luoghi, senza il minimo controllo sul loro numero, permettendo la diffusione dei più pericolosi ibridi e quindi senza preoccuparsi dell’incidenza sull’intero comparto agricolo. È il momento che l’opinione pubblica ponga attenzione al problema, che si renda conto della pericolosità del fenomeno. Devono accadere di nuovo eventi come quello del 2 dicembre 2022 a Poggio Ciliegio quando un lupo uccise un cagnolino da compagnia nel cortile di un’abitazione per smuovere gli animi?".

Comitato Emergenza lupo: "Persecuzione contro gli allevatori"

"Non si spiega il motivo per cui non vengono presi provvedimenti per diminuire drasticamente l'infestazione di lupi in un territorio fortemente antropizzato come quello italiano. Le altre nazioni europee lo fanno. È un po' come avere dei ladri accampati intorno alla propria abitazione, basta un attimo in cui ci si dimentica una finestra socchiusa e il danno è fatto. Se un allevatore esasperato dovesse commettere l'errore di farsi giustizia da solo, verrebbe condannato penalmente. Non solo, si ritroverebbe a dover dare i propri soldi anche alle associazioni animaliste, perché forse non tutti sanno che lo Stato ha consentito a queste di costituirsi come parte civile nei procedimenti penali che riguardano i reati contro gli animali. Matteo dopo l'ennesima predazione ha chiesto aiuto ai nostri concittadini, compiendo un gesto importante e coraggioso per manifestare la sua situazione e il generale disagio e danno. Noi continueremo ad aiutare Matteo in tutte le sedi possibili. Al contrario non si sono espresse le associazioni di categoria, ossia Cia, Coldiretti e Confagricoltura. Il lupo e altri predatori devono naturalmente essere presenti in natura, ma se il loro numero è eccessivo deve essere gestito, anche con abbattimenti effettuati non dai cacciatori, ma da apposito personale delle istituzioni. Lo stesso vale nel caso di esemplari eccessivamente dannosi, problematici e pericolosi per la pubblica incolumità, come del resto previsto dalla Direttiva Habitat adottata in Europa, Italia inclusa. Ricordiamo che nel periodo 2022-23 la lupa (pura, poi catturata) di Vasto in totale attaccò in diverse occasioni ben 15 volte gli esseri umani, mandando in ospedale 13 persone, inclusi tre bambini dai 4 agli 11 anni. Altri casi si erano verificati in precedenza a Giaveno e Otranto".

Enpa Arezzo: "Il lupo che mangia la pecora e l’uomo che mangia il senso civico"

Di altra opinione i portavoce di Enpa Arezzo. "Secondo questo signore - scrivono in una nota - dovevamo e dobbiamo capire che i lupi mangiano le sue pecore, che lui ci perde dei soldi e che noi gli dobbiamo solidarietà, perché lui si sente abbandonato ed è solo in questa lotta per difendere il suo reddito. Sicuramente fare il contadino e il pastore, un mestiere tra i più nobili del mondo, non è facile oggi. Come hanno denunciato i contadini con le marce dei trattori in queste settimane i problemi sono complicati. Quel gesto di lanciare una pecora in mezzo alla strada ha avuto un senso? Secondo noi no. Anzi allontana grande parte dell’opinione pubblica. Difendere il gregge dai lupi è una pratica antica. Il pastore, dopo avere preso tutte le misure possibili, se il lupo mangia la pecora, ha diritto di chiedere alle istituzioni gli indennizzi e gli aiuti necessari. Le istituzioni devono, a sua volta, aiutare gli allevatori, con contributi e mezzi tecnici. Non si può chiedere alle istituzioni di autorizzare il singolo pastore a farsi giustizia da solo. Cioè autorizzare la caccia armata dei lupi. Non si possono ammettere gesti così lugubri. Il lupo mangia la pecora solo per fame e l’uomo non può rimangiarsi il senso civico, anche se riceve danni materiali".

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