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Cronaca Cortona / Strada Provinciale delle Chianacce

"Pasquale è morto travolto in bici e non aveva colpe"

I legali della famiglia Panichi rivelano il rapporto della Polizia municipale: l'incidente lo scorso 15 novembre

"L’auto che lo ha travolto e ucciso gli ha tagliato la strada e nulla poteva fare per evitarla. Il verbale redatto dal corpo di polizia municipale di Cortona sgombera ogni dubbio sulle responsabilità del tragico incidente costato la vita il 15 novembre scorso al cortonese Pasquale Panichi, 76 anni".

A parlare sono i legali dello studio 3A che, attraverso la consulente Simona Longo, stanno cercando di far luce sulla tragedia che una quanrantina di giorni fa costò la vita a un 76enne di Cortona, appassionato di ciclismo. 

Il sinistro accadde in pieno giorno, alle 13,40, nel centro abitato delle Chianacce lungo la Provinciale 30.

C'erano - spiegano dallo studio - condizioni di guida ottimali: cielo sereno, fondo stradale asciutto, segnaletica presente. Su quel tratto vige il limite dei 50 km/h.

Pasquale Panichi-3

Lo Studio 3A in questi giorni ha acquisito il rapporto degli agenti intervenuti per i rilievi.

I quali, sulla scorta del sopralluogo effettuato, dei rilievi planimetrici, delle tracce rilevabili e dalle dichiarazioni di un testimone, hanno chiarito che l’Opel Corsa condotta da A. F., 62 anni, residente a Foiano della Chiana, e che procedeva in direzione Foiano, all’altezza del km 4+970 ha girato a sinistra per entrare nell’area del circolo Arci senza dare la precedenza alla bicicletta che sopraggiungeva nel senso contrario di marcia, in direzione Valiano, con in sella il povero Pasquale Panichi, che era un appassionato cicloturista iscritto ad un’associazione sportiva della zona e che si stava tranquillamente allenando.

Conclude il rapporto:

"la vettura tagliava la strada al velocipede che non poteva evitare l’urto sul lato destro del veicolo”. Non a caso - dicono dallo studio - il conducente è stato sanzionato per la violazione dell’articolo 154/3-8 del codice della strada, “per non aver usato la massima prudenza nell’effettuare la manovra di svolta a sinistra con la conseguenza di aver causato un incidente stradale mortale per il conducente della bicicletta che proveniva in senso opposto”. Purtroppo l’urto è risultato fatale al pensionato, che è rovinato a terra battendo il capo e che è spirato in seguito alle gravissime lesioni riportate nella caduta, nonostante i disperati tentativi dei sanitari del Suem di rianimarlo: l’autopsia ha confermato che il decesso è stato dovuto ai politraumatismi conseguenti all’incidente, con particolare riferimento alla testa e al collo. La moglie, il figlio e la sorella della vittima ora si attendono giustizia, sia dal procedimento penale per omicidio stradale aperto dalla Procura di Arezzo, per il tramite del Sostituto Procuratore Chiara Pistolesi, sia in sede civile.

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