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Paga la tassa di depurazione ma non è allacciato all'impianto. Nuove Acque condannata al risarcimento

E' stato il giudice di pace di Arezzo a disporre il rimborso per un utente che per tre anni ha pagato la tassa per la depurazione indebitamente. La vicenda è stata portata all'attenzione della cronaca locale direttamente dal Comitato Acqua...

E' stato il giudice di pace di Arezzo a disporre il rimborso per un utente che per tre anni ha pagato la tassa per la depurazione indebitamente.

La vicenda è stata portata all'attenzione della cronaca locale direttamente dal Comitato Acqua Pubblica di Arezzo che, ha spedito una nota stampa dove rende conto delle disposizioni del giudice.

"Il giudice di Pace di Arezzo, Carla De Santis, con sentenza n. 560/2017, ha accolto il ricorso presentato da un utente del servizio idrico, riconoscendo il diritto del medesimo al rimborso degli importi indebitamente corrisposti a Nuove Acque, a titolo di quota di tariffa per la depurazione, a far data dal 3 ottobre 2000 e fino al 2003".

Tutto è cominciato quanto il signore M.F., residente in un comune del Casentino, ha scelto di fare ricorso. L'utente infatti, pur non essendo servito da alcun impianto di depurazione, si era trovata addebitata sulla bolletta del servizio idrico la quota relativa alla tariffa di depurazione. Secondo quanto previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 335/2008 tale pagamento è stato dichiarato illegittimo.

"La quota - fanno sapere dal comitato Acqua Pubblica - era stata solo parzialmente rimborsata all'utente dal gestore, per il periodo successivo al 2003; mentre veniva negato ogni rimborso per il periodo precedente. In particolare il cittadino, a titolo di depurazione, dal 2000 al 2003 aveva pagato 405,17 euro somma di cui aveva richiesto puntualmente il rimborso a Nuove Acque, senza ottenere alcun riscontro. In corso di causa, Nuove Acque S.p.a., sollevava una serie di eccezioni preliminari che però venivano disattese, e sosteneva che le somme relative al predetto periodo, dovevano ritenersi ormai prescritte".

Il giudice di Pace di Arezzo ha però accolto quanto sostenuto dall'avvocato difensore secondo cui alla "fattispecie deve ritenersi applicabile l’art. 2946 del codice civile, che prevede la prescrizione ordinaria decennale del diritto al rimborso di somme indebitamente corrisposte, trattandosi di indebito oggettivo, ai sensi dell’art. 2033 c.c". Il tribunale di Arezzo ha di fatto condannato Nuove Acque al pagamento in favore dell’utente della somma di 405,17 euro oltre gli interessi legali dalla data della domanda al saldo oltre alle spese del giudizio.

"La sentenza - concludono dal Comitato - assume pertanto una particolare importanza, per tutti gli utenti di Nuove Acque non serviti da impianti di depurazione funzionanti ( che si calcola siano diverse migliaia), i quali potranno far valere nei confronti del gestore il diritto al rimborso delle somme indebitamente corrisposte, con efficacia retroattiva decennale".

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